Roberta Pinotti: "Bombardare non è tabù"
16 Novembre 2015 - 08:52Il ministro della difesa: "Se l'alleanza di cui facciamo parte decide che quello è l'elemento più utile per mettere in sicurezza la popolazione irachena, può essere uno strumento"
"All'inizio l'Isis si espandeva in una cavalcata trionfale che sembrava non avere limiti, da mesi invece perde terreno e non è peregrino immaginare che il suo arretramento sia anche all'origine del terribile monito che ha lanciato contro il mondo adottando questo strumento subdolo del terrorismo. A Beirut, nel Sinai, a Parigi". È quanto afferma il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, in una intervista al Messaggero.
Il ministro non si nasconde sull'ipotesi che l'Italia faccia la sua parte anche bombardando con i Tornado, se la coalizione decidesse di colpire con più forza: "L'Italia, con i nostri uomini, i nostri soldati, i nostri carabinieri, sta già facendo una parte importante contro l'Isis, nemico dell'umanità. Al momento non è previsto un intervento di questo tipo. In passato, lo ricordo, ci sono state occasioni in cui l'Italia insieme agli alleati ha deciso che bisognava bombardare: in Jugoslavia, nel Golfo".
A oggi, prosegue Pinotti, "non abbiamo deciso. Decideremo insieme al Parlamento, occorre la condivisione, il coinvolgimento di tutte le forze politiche". "Tutto il paese - avverte il ministro - deve sentirsi unito come in passato negli anni di piombo, in questa sfida terribile del terrorismo. Se l'alleanza di cui facciamo parte decide che quello è l'elemento più utile per mettere in sicurezza la popolazione irachena, i bambini, le donne, i vecchi, e distruggere i depositi di munizioni, può essere uno strumento. Non è un tabù - sottolinea - e non è detto che in futuro non lo riterremo necessario".
Sul rischio infiltrazioni tra i migranti, Pinotti afferma: "Non abbiamo certezze, ma la vigilanza dev'essere totale, nessuno può escludere che anche tra i profughi possano infiltrarsi dei terroristi. Dobbiamo far svolgere il Giubileo della Misericordia - dice quindi il ministro - che sarà meno di opere pubbliche e più di preghiera, come vuole Papa Francesco, dobbiamo farlo perchè altrimenti vorrebbe dire cedere alle minacce e far vincere i terroristi". Sui foreign fighter italiani invece, fa sapere: "C'è una vigilanza ad uomo. Li abbiamo individuati e non sono in Italia perchè verrebbero arrestati, abbiamo introdotto il reato. Sono individuati e monitorati".