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Roma, il Comune è nel caos Ma il sindaco fa festa coi gay

M5S e Marchini vogliono la testa di Marino che va in corteo e anche Sel prende le distanze Riparte il tesseramento del Pd, rischio flop

RomaRoma collassa ma Marino festeggia. Il sindaco non ha voluto far mancare la sua presenza alla testa del corteo del Gay Pride che ha sfilato da piazza Esedra a piazza Venezia, sfidando il caldo torrido che aleggia in questi giorni sulla capitale. Per martedì inoltre sono attese «temperature» ancor più alte, visto che approderà sul tavolo del prefetto Franco Gabrielli il dossier preparato dalla commissione incaricata di vagliare le carte dell'inchiesta «Mondo di mezzo» per verificare se sussistono elementi sufficienti a chiedere il commissariamento del Comune capitolino. Il documento della suddetta commissione (che ricostruisce non solo le presunte infiltrazioni «mafiose» nell'amministrazione capitolina a guida centro-sinistra ma anche quelle relative alla precedente giunta Alemanno) potrebbe rappresentare il primo passo verso fine anticipata del mandato di Marino. Gabrielli avrà poi 45 giorni per stabilire se queste presunte infiltrazioni minano la corretta amministrazione della città e poi passerà la sua relazione al ministro dell'Interno. Per i cronisti che lo seguivano durante il corteo Marino ha avuto solo parole di gioia e d'amore. «Festeggiamo - spiega il primo cittadino - quello che abbiamo realizzato. A Roma l'amore conta. E noi manteniamo le nostre promesse». E in effetti fino a oggi la pazienza di Imma Battaglia, storica leader del Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli e consigliera comunale per Sel, non si è esaurita proprio in virtù dell'approvazione del Registro delle unioni civili. Ora, però, le cose cambiano. E il suo partito minaccia di uscire dalla maggioranza, dando un colpo mortale alla coalizione di governo comunale. Ai consiglieri di Sel non solo non piacciono affatto i primi riscontri fin qui raggiunti dall'inchiesta su Mafia Capitale, ma anche la prepotenza politica di Matteo Orfini, commissario del Pd romano, che per dare una riverniciata di presentabilità al Comune ha proposto di tagliare le Commissioni consiliari (da 23 a 12) con un risiko di poltrone degno della Prima Repubblica. Da ogni parte è tutto un esortare Marino a darsi da fare e a spiegare quello che ancora non è stato spiegato. Da Emma Bonino, la cui prima conferenza stampa dopo la malattia l'ha dedicata proprio a questo tema («Marino deve spiegare in Consiglio»), a Francesco Rutelli. Passando per chi - come Alessandro Onorato della Lista Marchini - già prefigura nuovi importanti sviluppi nell'inchiesta. Sviluppi tali da far cadere la giunta senza bisogno del commissariamento prefettizio. Anche i grillini sono sul piede di guerra e si sono dati appuntamento sempre domani davanti al Campidoglio per un'assemblea pubblica che sul web è stata annunciata dallo slogan stralciato da una delle intercettazioni dell'inchiesta: «Se resta Marino in 3 anni ci mangiamo Roma».

Ma questo è anche il week end del tesseramento. Il Pd romano sfoggia i tradizionali gazebo ma serra le maglie per l'iscrizione. Regole più severe che - probabilmente - restringeranno la quota finale degli iscritti.

Ma, sostengono i maliziosi, è un modo questo per evitare figuracce visto che gli ultimi sondaggi dicono che a Roma il Pd sta crollando nei consensi.

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