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Roma, i fallimenti di un anno di governo della Raggi

Dallo stadio della Roma alle dimissioni della Muraro, passando per l'arresto di Marra, la Raggi non ha ancora risolto i nodi che affliggono la Capitale: i trasporti e i rifiuti

Roma, i fallimenti di un anno di governo della Raggi

Virginia Raggi, eletta un anno fa col 67%, sembra aver perso completamente il consenso dei romani che mal digeriscono i disservizi nell’ambito della mobilità e della raccolta dei rifiuti.

La sua giunta è stata segnata dall’instabilità politica e dai continui cambi di assessore. La Raggi, tra progetti di funivie, annuncio della chiusura dei campi rom e la lettera al prefetto per bloccare nuovi arrivi dei migranti, è sembrata barcamenarsi dietro una comunicazioni quasi mai efficace. Dopo quasi nove mesi la poltrona di capo di gabinetto è ancora vacante e bruciano ancora le dimissioni dell’ex assessore all'Ambiente, Paola Muraro, indagata per reati ambientali e l’arresto del di vice capo di gabinetto vicario e poi di capo del Personale, il fedelissimo Raffaele Marra.

La rottura con l’assessore all'Urbanistica, Paolo Berdini, contrario al progetto dello stadio della Roma a Tor di Valle, ha danneggiato ulteriormente l’immagine della giunta a cinquestelle. Dopo quattro mesi di lavoro il progetto ha ottenuto l’ok dal Comune ma il piano originale è stato rivisto riducendo del 50% le cubature e lasciando parecchi dubbi sui collegamenti e le infrastrutture che restano legate a finanziamenti statali lontani dalla loro fase esecutiva.

L’Atac e l’Ama restano due partecipate con quasi 20 mila dipendenti che offrono un servizio decisamente scadente e hanno dei bilanci disastrosi. La sindaca, a differenza dei suoi predecessori, non visita quotidianamente i territori, mentre il rapporto con il Vaticano ha avuto alti e bassi, soprattutto bassi quando l'assessore al Commercio Adriano Meloni ha ventilato la possibilità che il Comune introducesse il pagamento dell'Imu anche per gli enti ecclesiastici.

Infine, il titolare delle Partecipate, Massimo Colomban, imprenditore vicino alla Casaleggio, in alcune occasioni non ha esitato di esprimere orientamenti differenti da quelli della sindaca.

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