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A Roma Pd e Cinque Stelle alla guerra dei topi

Lorenzin: allarme ratti. E i grillini denunciano il complotto: "Sporcano, così Renzi pulisce"

A Roma Pd e Cinque Stelle alla guerra dei topi

Roma - Non dire ratto se non ce l'hai nel sacco. A Roma tiene banco la sporcizia e, visto che ormai la task force Ama è al lavoro da qualche giorno e i cassonetti traboccanti cominciano a scarseggiare, a tornare sulla scena sono una vecchia conoscenza dell'Urbe: i topi. Che periodicamente riemergono dalle fogne per prosperare anche alla luce del giorno, soprattutto quando - come nell'ultimo periodo - la spazzatura per strada è un banchetto appetitoso al quale è difficile dire di no.

Ma a Roma, città eterna e speciale, anche i ratti diventano un tema trasversale. Problema di salute pubblica e pure tema di dibattito politico, con tanto di contorno complottista, che parlando di M5S è semprenel menu. Sia come sia, a rinfocolare la polemica ha provveduto ieri il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, sospirando allarmata alle telecamere del programma di Rai2 Night Tabloid che «la situazione è serissima», in particolare sul fronte «igienico sanitario»: «Ci passano davanti a qualsiasi ora del giorno e della sera, abbiamo avuto segnalazioni di più morsi, e non ci sono solo i topi, ma anche le infezioni portate dai gabbiani, e le blatte». E in effetti negli ultimi mesi di morsi a passanti da parte dei topi ce ne sono stati diversi, anche sfociati in confronti a distanza tra la sindaca, Virginia Raggi, e il ministro Lorenzin, all'insegna del fair play. Ora però non c'è spazio per i convenevoli, tra Grillo che arringa il suo popolo e mescola le carte biologiche, chiamando «bufale» i topi, la Raggi che si difende nel fortino del colle Capitolino e fa lustrare i cassonetti e Matteo Renzi che s'inventa le magliette gialle per pulire la capitale. Non poteva mancare una dose di complottismo. Quello per cui nelle ultime ore il passaparola tra i pentastellati di Roma è di tenere gli occhi aperti per evitare eventuali sabotaggi allo smaltimento dei rifiuti. Il timore - anche comprensibile - è che proprio le t-shirt gialle renziane si trovino a corto di monnezza da raccattare sabato prossimo, data fissata - un po' troppo a distanza rispetto all'emergenza - per l'intervento degli spazzini fai-da-te dem. E che dunque qualcuno possa di proposito spargere nuova spazzatura per permettere a Matteo e ai suoi di farsi immortalare mentre ripuliscono le strade trascurate dalla Raggi. Non c'è che dire, Roma è una città speciale, nel senso che di normale c'è davvero poco, e quel poco spesso brucia. Come l'ennesimo autobus che ieri è andato a fuoco sulla Salaria, per fortuna senza conseguenze per l'autista e per i passeggeri. In poco più di un anno ne sono bruciati una dozzina almeno, manco fossero rifiuti indifferenziati. Un curioso fenomeno di autocombustione che è la vetta più notevole del trasporto pubblico nella capitale.

Tra blatte, roghi, topi e gabbiani - parafrasando Ennio Flaiano, uno che dei vizi di Roma ne sapeva - la situazione è grave, non seria.

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