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A Roma il Pd è ossessionato dalla Raggi Imboscata continua con trucchi e bugie

Dopo la bufala del video dell'Unità, l'accusa di aver lavorato per Alemanno

A Roma il Pd è ossessionato dalla Raggi Imboscata continua con trucchi e bugie

Roma - In poche settimane è diventata la «nemica pubblica numero uno» di un Pd che a Roma trema davvero. Il rischio di perdere, assieme alla poltrona di sindaco, tutta la filiera di un potere più che Ventennale, sta facendo impazzire il partito di Renzi. Anche perché il candidato Giachetti non funziona, il centrodestra sebbene diviso marcia con Bertolaso e Meloni, Marchini non sfonda, e così la grillina Virginia Raggi rischia di arrivare al Campidoglio in carrozza.

Il Pd sta sfoderando l'intero armamentario della maldicenza, delle trame e delle fandonie, pur di colpire la grillina. E pare che persino le banche creditrici del Comune, il cui ingentissimo dissesto è noto da tempo, siano interessate all'affossamento della giovane candidata di M5S. Così come il costruttore Caltagirone, che ha considerevoli partecipazioni nelle municipalizzate. Fin dall'inizio la Raggi è stata messa sulla graticola per essere stata giovane praticante dello studio Sammarco, partner di Previti. Circostanza che fu spiegata facilmente: «Facevo fotocopie in tribunale, come tutti i praticanti». E come se qualcuno, nell'Italia di oggi, possa permettersi di scegliere la possibilità di primo lavoro. Poi è arrivata l'Unità di Erasmo D'Angelis, che ha diffuso un video falso per dimostrare come la Raggi fosse stata berlusconiana. Scoperta la bufala sul Web, il direttore non si è scusato, anzi ha sostenuto che «questo è il giornalismo 2.0». Chi lo conosce bene, come qualche ex collega del manifesto, commenta su facebook di «non stupirsene affatto».

Una dichiarazione della grillina sull'Acea, azienda municipalizzata dell'energia invisa ai cittadini per bollette impazzite e gestioni pessime, secondo il Messaggero di Caltagirone, ha fatto crollare le quotazioni in Borsa, «danneggiando i romani». Da ultimo, hanno tirato fuori che la ragazza avrebbe anche lavorato in uno studio vicino all'ex ad di Ama, Panzironi, di nuovo usando non la biografia ma la ricerca di lavoro come strumento di calunnia. Nonostante le smentite di Alemanno, la grancassa renziana composta dai Marcucci, Esposito, Romano, Verducci chiede spiegazioni, accusando la Raggi di essere «organica alla destra ma nascosta». Un po' vergognandosi dell'infamia, Giachetti dice di non «voler utilizzare queste cose». Ma alla Raggi, aggiunge, «preferisco di gran lunga la Meloni, Raggi è un po' rigida». Fosse vero, sarebbe davvero il toccasana.

Per una cloaca di liquami a cielo aperto, come questa corrottissima Roma, versione pidì.

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