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Altra tegola sulla Giunta Raggi: fascicolo sulla nomina di Raineri

Aperto un fascicolo di indagine sulla base dell’esposto presentato da Fratelli d’Italia in merito alla vicenda della nomina di Carla Raineri a capo di Gabinetto di Roma Capitale

Altra tegola sulla Giunta Raggi: fascicolo sulla nomina di Raineri

Acque ancora agitate sul Campidoglio. La procura di Roma apre un fascicolo per fare luce sulla nomina di Carla Raineri, magistrato di Corte d'Appello, a capo del gabinetto della giunta di Roma. L'iniziativa arriva dopo l’esposto presentato lo scorso 2 settembre da Fratelli d’Italia in merito alla vicenda della nomina della Raineri (che si è dimessa nei giorni scorsi) e del suo compenso.

Stando a quanto riportato nell’esposto, "l’amministrazione capitolina, nella deliberazione 14/2016" sarebbe "incorsa nel vizio di legittimità in violazione" di alcune decreti legislativi e del Regolamento sull’ordinamento degli Uffici e servizi dell’Ente", oltre che "nel vizio di motivazione dell’atto amministrativo ex articolo 3 legge numero 241/1990".

Tali presunte violazioni, si legge nel documento, avrebbero procurato "un danno erariale quantificato in una quota non individuata dell’indennità ad personam riconosciuta alla consigliera Raineri ed ad una quota aggiuntiva pari al 20% del compenso attribuitogli, nella parte in cui questo non risulta collegato e non collegabile agli eventuali risultati positivi raggiunti dalla stessa professionalità nello svolgimento dell’incarico». La deliberazione del 5 agosto 2016 prevedeva un compenso per la dirigente di 193.000 euro annui.

Raineri: "La verità è che ero scomoda"

In un'intervista a Repubblica la Raineri afferma che era avvertita (nella giunta, ndr) come un corpo estraneo, come un nemico da abbattere". Il sindaco Raggi, davanti alla commissione Ecomafie. Raggi ha detto che fu un colloquio con Raineri a rassicurarla sul fatto che il reato contestato all’assessore Muraro era generico. La Raineri chiarisce che da magistrato non comprende "il senso dell’espressione reato generico. Muraro venne da me a chiedere un parere sulla sua situazione. Mi disse che aveva saputo di essere indagata e che voleva valutare l’opportunità di andare a parlare con il pm per caldeggiare l’archiviazione. Io la sconsigliai. Ricordo di averle detto subito: A Milano queste cose non si fannò. Quindi aggiunsi che si trattava di una mossa controproducente. Se dopo averla ascoltata il pm non avesse archiviato, questo avrebbe aggravato la sua posizione.

Al colloquio era presente la sindaca".

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