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A Roma la Raggi regala l'alloggio popolare allo zio dei boss Spada

Il Comune ha sanato l'occupazione abusiva dell'esponente del clan. Indaga la Dda

A Roma la Raggi regala l'alloggio popolare allo zio dei boss Spada

Una casa popolare a Roma? Basta occuparla abusivamente, aspettare qualche anno e vedersela assegnare. E non importa se si ha un cognome ingombrante come Giuseppe Spada, del clan di Ostia i cui vertici sono finiti in carcere per associazione a delinquere di stampo mafioso oltre che per duplice omicidio. Lo zio del boss Carmine e di Roberto Spada, diventato famoso per la testata a un cronista Rai, si è visto assegnare dal Dipartimento delle Politiche abitative del Comune un appartamento in piazza Ener Bettica, zona nient'affatto popolare di Ostia. Una palazzina da anni occupata illegalmente.

Sull'atto rivelato dal Messaggero il nulla osta del Campidoglio basato su una legge regionale, la 27 del 2006, firmata dalla giunta Marrazzo: «(...) coloro che alla data del 20 novembre 2006 occupano senza titolo alloggi di edilizia residenziale pubblica il Comune dispone (...) la regolarizzazione dell'alloggio». L'ennesima sanatoria per chi occupa illegalmente, prassi ben nota a Roma e che a quanto pare i Cinque stelle non hanno interrotto, restando a guardare nonostante il cognome ingombrante del beneficiato. Il caso imbarazza la giunta grillina e da ogni parte politica arrivano richieste di chiarimenti. Anche lo zio di Roberto Spada che si è visto legittimare l'occupazione abusiva ha precedenti penali. E mentre tutte le parti politiche chiedono spiegazioni Virginia Raggi reagisce, come di consueto, con l'annuncio di approfondimenti e verifiche. La sindaca, recita una nota, «ha chiesto agli uffici capitolini di verificare immediatamente se tutte le procedure di legge siano state rispettate» e lo stato di attuazione della legge regionale in questione. Intanto, però la Procura di Roma, attraverso la Direzione distrettuale antimafia, ha acquisito gli atti. Difficilmente, quindi. il Campidoglio potrà cavarsela prendendo tempo e cercando capri espiatori.

Anche perché il valore simbolico dell'assegnazione di una casa a Giuseppe Spada è evidente, visto che proprio suo nipote, il fratello e vari cugini gestiscono l'assegnazione «parallela» delle case comunali e Iacp nella zona di Nuova Ostia. Come? Con minacce, botte e quando occorre a colpi di pistola. Lo sanno bene Michael Cardoni e Tamara Ianni, collaboratori di giustizia. È il «metodo Spada» raccontato da due pentiti che svelano per primo il caso di un garage: sette, ottomila euro l'uno la cifra imposta ai locatari. Per continuare con i negozi fra via Baffico, via Marino Fasan e la stessa via Forni, trasformati in «bassi» popolari. E per finire le decine di appartamenti Erp, Edilizia residenziale pubblica, gestiti dagli Spada dopo aver eliminato, fisicamente, i concorrenti. Le regole sono chiare: 20mila euro per entrare, dai 300 ai 500 euro l'affitto. Chi non paga viene preso a bastonate e cacciato. «Massimiliano Spada - dichiarò la collaboratrice di giustizia Tamara Ianni- mi ha detto che loro puntano a occupare quante più case possibile nella zona perché vogliono controllare il territorio».

Proprio ieri la Corte dei conti del Lazio ha fatto il computo di quanto è costato l'altro scandalo delle case del Campidoglio, l'affittopoli degli alloggi di lusso concessi a canoni ridicoli: 20 milioni di euro in 20 anni.

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