Politica

A Roma scuole e uffici evacuati e anche i turisti tremano di paura

Dopo la scossa in migliaia si sono riversati in strada. Metro bloccata, presi d'assalto i centralini dei numeri di emergenza

Tiziana Paolocci

Scuole ed edifici pubblici evacuati, metro bloccata, panico e centinaia di persone in strada. Le tre scosse, che ieri mattina a partire dalle 10,25 hanno fatto tremare l'Italia centrale, sono state avvertite pesantemente a Roma. La città per qualche ora ha vissuto lo stesso incubo già provato ad ottobre, quando la terra è tornata a muoversi per effetto dello sciame sismico legato al terremoto che il 24 agosto ha provocato quasi trecento morti.

Ieri è andato in onda un film già visto, ma questa volta gli studenti di molti istituti della capitale sono stati fatti uscire dalle aule. Non tutti, in principio, si erano accorti di quanto stava accadendo, ma la seconda scossa, di magnitudo 5.5 con epicentro nell'Aquilano, non ha lasciato dubbi. Nelle classi gli insegnanti hanno invitato i ragazzi a fuggire in cortile o a rifugiarsi sotto i banchi e undici minuti dopo, quando la terra ha tremato ancora, è partito il tam tam per lasciare gli edifici. Niente di ufficiale, nessuna ordinanza del Campidoglio, ma i dirigenti scolastici hanno deciso autonomamente. Tra i primi a tornare a casa i ragazzi del Leonardo da Vinci, del Belli, del Righi e del Tasso e via via il numero dei banchi rimasti vuoti si è moltiplicato in maniera esponenziale.

Dal centro storico al Tiburtino, la gente è uscita dalle abitazioni per riversarsi nelle strade mentre la linea A e B della metro venivano bloccate per le verifiche e i treni sostituiti dai bus. Anche la linea regionale Roma-Viterbo per qualche ora ha smesso di funzionare, mentre è stata aperta la zona a traffico limitato del centro storico per agevolare la circolazione.

Negli stessi minuti a Palazzo dei Marescialli, sede del Csm, veniva disposta la sospensione della riunione di plenum in corso e i magistrati venivano invitati ad abbandonare la sede. Evacuato anche il Pd, in largo del Nazareno, l'edificio che ospita il quotidiano «La Repubblica», l'Aifa in via del Tritone e il Campidoglio, dove la sindaca ha interrotto la riunione in corso con i sindacati di Polizia locale per convocare il Centro Operativo Comunale (COC) e disporre verifiche su uffici pubblici e scuole. Il Palazzo del Quirinale ha invece interrotto le visite per «motivi precauzionali». «Ero seduto davanti al computer - racconta un dipendente Aifa - ho sentito la sedia che tremava. Poi matite e penne si muovevano. Mi sono alzato e sono fuggito via, insieme ai colleghi che urlavano». Scene di panico anche nei locali del Dipartimento Mobilità di via Capitan Bavastro alla Garbatella. «La scossa è stata sentita nitidamente, dai palazzi vicini arrivavo urla - raccontano i dipendenti - parliamo di una scossa durata almeno 20 secondi. Alcune persone si sono sentite male». «Abbiamo ricevuto decine di telefonate - fa sapere il responsabile dell'Ares 118, Livio De Angelis - ma nessuna richiesta di interventi sanitari per patologie legate alle scosse».

Al Colosseo terrorizzati i turisti: lo stop all'uso degli ascensori veniva arrivava con gli altoparlanti. Nel pomeriggio, finalmente, la situazione è tornata alla normalità un po' ovunque e, dopo la linea A, anche la B della metro alle 14.40 è ripartita.

Restano solo le crepe negli intonachi e nei muri a ricordo di questa ennesima ferita che il territorio del nostro Centro Italia ha dovuto subire.

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