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È in Romagna il laboratorio del patto Lega-Cinque stelle

Accordo di "desistenza" con il M5S per Rimini, Ravenna e Cesenatico

È in Romagna il laboratorio del patto Lega-Cinque stelle

Prove tecniche di Lega a cinque stelle, il laboratorio più avanzato è l'Emilia Romagna. Da Ravenna in giù i colonnelli di Lega e M5S hanno stretto un patto segreto di «desistenza» per lanciare ai ballottaggi i rispettivi propri candidati. L'accordo è stato portato avanti dai vertici nazionali M5S e, da parte del Carroccio, dal segretario regionale Gianluca Pini, deputato leghista. L'intesa riguarda Rimini, Ravenna e Cesenatico, ma sullo sfondo c'è anche Bologna, dove in corsa c'è la salviniana doc Lucia Borgonzoni. E segue un preciso input di Casaleggio, portato avanti dai fedelissimi dell'ex ideologo da poco scomparso, Di Maio e Di Battista, anche se non condiviso da un pezzo del direttorio grillino (a partire dal presidente della Vigilanza Rai, Roberto Fico: «Mai col becero populista Salvini»).

E veniamo al contenuto del patto alla romagnola. Alle regionali dell'anno scorso la Lega ha preso a Cesenatico quasi il 22%, e i sondaggi non la danno certo in calo. Eppure lì il Carroccio non presenterà un suo candidato sindaco, perché? Perché l'accordo segreti con il M5S prevede appunto che al ballottaggio ci vada, con la benedizione della Lega, il candidato grillino Alberto Papperini. Il Carroccio non si è ancora espresso ufficialmente sull'appoggio al grillino in un eventuale ballottaggio col Pd (anche perché la Lega al primo turno sostiene un altro candidato, Antonio Tavani, insieme a Forza Italia e Fdi), ma lo farà: «La logica è la stessa di Roma con la Raggi, abbiamo apprezzato molto la desistenza del M5S su Ravenna e Rimini» commenta sornione Pini, il colonnello romagnolo della Lega.

La contropartita per il Carroccio, in effetti, è ghiotta. Ed ha un peso anche in ottica nazionale, con in ballo la leadership del centrodestra. Meglio portare a casa un po' di comuni di peso, lasciandone qualcuno ai M5S, che elidersi a vicenda. Il caso più eloquente è Rimini. Lì i grillini non sono divisi (come lo sono invece altrove), hanno già eletto un europarlamentare, un deputato (la Sarti) e un consigliere regionale tutti targati M5S-Rimini, insomma avrebbero le carte in regola per puntare a vincere. Invece, il M5S a Rimini non presenta candidati e lascia campo libero all'uomo della Lega (sostenuto dal centrodestra), l'avvocato Marzio Pecci, benedetto da molti selfie con Salvini. E pure a Ravenna il M5S è il grande assente, per la gioia ancora una volta del Carroccio che lancia alla carica del Pd il commercialista Massimiliano Alberghini, di cui Salvini ha inaugurato il comitato elettorale qualche settimana fa. A Bologna, poi, i grillini hanno messo in campo un candidato ritenuto debole (come a Milano, altra piazza calda per la Lega), mentre a Torino si dà già per scontato l'appoggio leghista alla grillina Appendino in un ballottaggio con Fassino. Ma guai a parlare di accordi: «Sono fantasie pure...

- assicura Salvini - A Milano come a Roma, al ballottaggio ci siamo noi con Parisi e Meloni».

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