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«Rosico per i ricchi e i calciatori Ma soprattutto per certi fidanzati...»

Il comico e scrittore: «Vorrei avvelenare Roversi per prendere il suo posto accanto a Daniela Ferolla a Linea Verde. Sono perito agrario»

Eleonora Barbieri

M aurizio Milani, l'invidia non è un peccato divertente, però lei è un comico... Ne parliamo?

«Sì, sì. Parliamone subito, tanto io mica mi preparo, neanche per i cabaret. L'invidia è generica: per il ricco, per il calciatore famoso, per Berlusconi...».

È invidioso?

«Io sono molto invidioso del fidanzato di Daniela Ferolla, sa chi è? Conduce Linea Verde, è stata anche Miss Italia. Da quando l'ho vista sono diventato scemo. Faccio tutto il cabaret su di lei».

Ma che invidia è?

«È un'invidia sentimentale. A parte che non ho né l'età, né il physique du rôle per ambire a una donna come lei. Siccome conduce Linea Verde volevo avvelenare Roversi, per prendere il suo posto. Sono perito agrario: mi intendo di caseifici, vino, frutticultura».

E Roversi, scusi?

«Ho l'invidia anche di non essere Roversi, che stimo, è bravo. Capisce, tutto è basato su di lei, su Daniela. E poi c'è Eva Longoria, quella piccolina, ha presente? Ha un viso...»

Dove ha visto la Longoria?

«Nella pubblicità di una crema. L'ho vista e sono caduto per terra. È la donna più bella del mondo, anche se così sembra di mancare di rispetto a Daniela. È apparsa senza preavviso: Linea Verde so che c'è, così mi attacco al mobilio; ma la pubblicità ti prende all'improvviso. Una botta emotiva. Poi ho dovuto prendere il Tavor e la mia fidanzata non voleva darmelo».

Forse per invidia, pure lei.

«Eh, il Tavor ce l'ha in mano lei. Ho pianto tutto il pomeriggio per la delusione d'amore. Che poi è meglio non avere una fidanzata così: non dormi di notte. Fidanzati vuol dire che lei sta a casa sua, a Milano, e io qua a Codogno, ovviamente. Comunque a me è capitato di innamorarmi di una impiegata della logistica, nel '92».

Ventisei anni fa?

«Io ero facchino, un uomo di fatica. Loro, le ragazze, lavoravano negli uffici, ma noi avevamo il fisico da culturisti, a spostare quei colli da quaranta chili... Eravamo ignoranti, facevamo dei ragionamenti da deficienti, ma loro ci volevano come toy boys. Sentivano quei ragionamenti da deficienti alla macchinetta e poi ci incontravano di nascosto, alla sera, per limonare in macchina».

Ma che cosa c'entra?

«L'impiegata mi diede appuntamento per il martedì. Era giovedì. Non ho dormito per cinque notti».

E ora?

«Ora non abbiamo neanche più quell'arma lì. Siamo rimasti cretini per i ragionamenti, ma non abbiamo più il fisico scolpito. Loro, le ragazze, avevano i fidanzati che studiavano architettura o frequentavano la Paolo Grassi, e recitavano Neruda; noi parlavamo degli uomini della Marvel, per esempio: quanto tempo può rimanere invisibile la donna invisibile? Le facevamo scappare».

È invidioso degli architetti?

«Eh sì. Le portavano al Cirque du Soleil, invece io amo il circo col bestiame. A me piace l'orso che fa il cretino sulla pista, il circo con i dromedari, non quella rottura lì... con rispetto, eh. Ma non puoi non fare entrare i pony, o i leoni, anche se poi fanno paura. Così per forza entri in rotta di collisione».

Quindi?

«Ci lasciavamo».

Perché l'invidia è un peccato?

«Sono cattolico osservante e molto credente. Non devi invidiare l'erba del vicino. Però l'invidia non è uno dei peccati più gravi: è come la lussuria, o la gola».

Cioè?

«Il prete ti assolve, se invidi, ma non fai del male a quello a cui invidi la Ferrari. Non è che metto in atto cose per tagliargli le gomme. Un po' di sana invidia... Mica siamo santi».

Invidia per chi?

«Per il calciatore, che guadagna tanto, ha le belle donne, il jet-set. Poi non è che sia tutto oro quel che luccica. Di sicuro non devi invidiare chi ami: per esempio la mia fidanzata che è laureata mentre io no; oppure un amico che abbia fatto più carriera».

Nell'invidia c'è un senso di fallimento?

«Sì, c'è. Nel 1987 Repubblica mi definì il re del cabaret. Gli addetti ai lavori puntavano su di me. Ma a me non è cambiato niente, sto qui con le stufe in cortile. A chi non piacerebbe comprare una tenuta in Toscana?».

È triste?

«No, io sono contento. Questa delusione non mi ha abbattuto. Il problema erano le aspettative. Come a un ragazzino di 15 anni a cui si dica: Sarai il nuovo Ronaldo; e poi finisce a giocare in C2. Però è un mio vizio».

Quale vizio?

«Anche quando facevo il rappresentante, nell'83, partivo forte e poi non combinavo niente. Così a rugby: i primi dieci minuti andavo alla grande e poi scoppiavo. Non ho fiato, come si dice».

E poi?

«E poi invidio molto Lina Palmerini, la più bella giornalista italiana. Le hanno fatto un primo piano a Otto e mezzo, l'altra sera: la portafinestra non era chiusa bene e sono volato sulla tettoia.

Meno male che abito al primo piano».

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