Politica

Rousseau, contributi oscurati grazie alla "Spazzacorrotti"

Dalla norma sulla trasparenza voluta dal M5s, un assist a Casaleggio: impossibile sapere chi ha versato i 300 euro

Rousseau, contributi oscurati grazie alla "Spazzacorrotti"

Con la legge spazzacorrotti la trasparenza è spazzata via. Chissà se il colpo di genio è di Davide Casaleggio o del suo staff: usare la norma sulla trasparenza fortemente voluta dai grillini per nascondere i contributi all'Associazione Rousseau. Tutto nasce nello scorso marzo, quando il Giornale rivela la fronda esplosa tra i parlamentari della nutrita pattuglia pentastellata: dopo le reprimende del Garante della privacy e la rivelazione che la piattaforma Rousseau era una groviera incapace di proteggere i dati degli iscritti dagli hacker e aperta a qualunque manipolazione dei voti on line, deputati e senatori avevano cominciato a mugugnare, dapprima chiedendo in via privata di mettere a posto il sistema e di fornire ricevuta dei versamenti mensili da 300 euro chiesti loro dall'Associazione presieduta da Casaleggio e rendicontazione dell'uso dei soldi. Viste le scarse risposte ricevute dall'Associazione, molti parlamentari avevano deciso di sospendere i pagamenti e qualcuno anche di adire le vie legali. Il risultato è che già a febbraio solo un parlamentare su 5 aveva versato la quota mensile. La rivelazione del Giornale aveva agitato ancora di più le acque all'interno del gruppo parlamentare, mettendo a rischio la principale risorsa di finanziamento dell'Associazione dominata da Casaleggio.

Ed ecco l'idea geniale: «censurare» il registro dei contributi ricevuti dai parlamentari. Un semplice confronto tra la pagina di febbraio del registro visionata a marzo e quella aggiornata a oggi, rivela una strana «sparizione» di attestazioni di parlamentari che hanno versato regolarmente le quote. I parlamentari citati nell'elenco di febbraio sono scesi da 60 a 18. Cosa è successo? Hanno addirittura chiesto indietro i soldi? La spiegazione arriva da una scritta in piccolo in fondo alla pagina del registro: «Contributi di importo superiore ad euro 500,00» cui segue la citazione della «legge 3/2019». Si tratta della famosa, e tanto vantata dai grillini, «legge spazzacorrotti», che impone tra l'altro di rendere pubbliche le donazioni e i contributi ricevuti da partiti e fondazioni a loro collegate, ma solo dai 500 euro di valore in su.

Come si vede dal grafico, nel registro sono sparite le donazioni da 300 euro e sono rimaste solo quelle dai 500 euro in su. In questo modo chi non abbia accesso ai segreti conti dell'Associazione non potrà conoscere il vero numero delle persone che hanno versato i 300 euro, a meno che non siano stati versati due o più mensilità in un'unica soluzione, come hanno fatto alcuni parlamentari. Un modo anche per evitare di svelare ai ribelli quanto è diffuso il rifiuto di contribuire a Rousseau.

Nel registro aggiornato con i dati di aprile è stata anche cambiata l'intestazione: da «registro delle donazioni» a «registro dei contributi», più corretto visto che gli eletti M5s sarebbero obbligati a pagare pena l'espulsione. Un caso singolare di norma sulla trasparenza che opacizza i conti.

È la legge ad Associazionem.

Commenti