Cronache

Rovinato da una virgola: il fisco si tiene 100mila euro

Agente di commercio doveva pagare 967,3 euro di Iva ma sbaglia a compilare. E l'Agenzia non rimborsa

Rovinato da una virgola: il fisco si tiene 100mila euro

Roma - Per una virgola rischia di rivedere il proprio denaro solo tra 25 anni. È successo a Luca Schiavon, cinquantaduenne agente di commercio di Spilimbergo, provincia di Pordenone. Il 22 agosto ha effettuato tramite il proprio conto online il versamento dell'Iva trimestrale tramite modello F24. E proprio in quel frangente il diavolo ci ha messo la coda. Forse per una distrazione, forse per un uso sbadato della tastiera laterale del computer (dove la virgola non c'è) ha digitato «96.730» anziché «967,30».

«Sfortuna ha voluto che avessi lasciato sul mio conto corrente bancario la cifra incassata per una transazione immobiliare», ha dichiarato Schiavon e così l'ordine è partito, essendo la somma disponibile. In una frazione di secondo quei 96.730 euro si sono volatilizzati destinazione Agenzia delle Entrate e da quel momento l'agente di commercio sta vivendo un incubo. Inizialmente, infatti, pensava che recandosi presso l'ufficio territoriale di Pordenone dell'Agenzia delle Entrate la questione si sarebbe semplicemente risolta così come accade quando, per sbaglio, si versano meno tasse di quanto si dovrebbe: ci si mette d'accordo con il funzionario, si avvia la procedura di ravvedimento operoso e si salda. Il viceversa, però, non esiste e Schiavon l'ha scoperto a proprie spese.

Quando un contribuente si accorge di aver versato più del dovuto non deve far altro che presentare un'istanza di compensazione e il credito viene scalato dalle successive dichiarazioni. Il problema di Schiavon è che al ritmo di circa mille euro a trimestre (4mila all'anno) occorreranno 25 anni di versamenti Iva per vedersi restituito quanto inavvertitamente pagato.

«Il sistema dei rimborsi è standardizzato e noi non possiamo interpretarlo», ha commentato con La Stampa il direttore dell'Agenzia delle Entrate di Pordenone, Antonio Cucinotta spiegando che «la dichiarazione sul 2016 sarà disponibile solo il prossimo anno e unicamente in quel momento sarà possibile confermare la veridicità delle affermazioni del contribuente verso le quali, tuttavia, nessuno di noi nutre sospetti». Poiché non esistono precedenti, anche nella sede centrale di Roma dell'ente guidato da Rossella Orlandi ci si sta scervellando su come consentire al derelitto Schiavon di recuperare i propri denari, considerato che tra 25 anni sarà quasi ottuagenario. Il problema non è strettamente burocratico (la normativa non prevede rimborsi cash), ma rischia comunque di trasformarsi in un supplizio. All'agente pordenonese potrebbe, infatti, essere richiesta la presentazione di una fidejussione assicurativa o bancaria (prassi prevista in caso di restituzione indebita) di pari importo per ottenere indietro i suoi soldi. E le garanzie bancarie sono care.

La situazione è proprio kafkiana. «Mi sento come un criminale che ha commesso un delitto per il quale deve pagare una sorta di ergastolo economico», conclude Schiavon. Per evitare simili casi, basta ricordare che il vostro conto online vi dà sempre la possibilità di ricontrollare i dati immessi sull'F24.

Anche le virgole.

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