Politica

Ryanair, cambio di rotta Si accorda con i piloti e scongiura lo sciopero

Svolta nella strategia di O'Leary, che riconosce i sindacati. Ma soltanto quelli dei comandanti

Sofia Fraschini

Svolta in casa Ryanair. Dopo 32 anni di storia, per la prima volta, la compagnia irlandese si prepara a riconoscere i sindacati dei piloti come controparte con la quale trattare le condizioni di lavoro. Troppo forte la minaccia di azioni fuori controllo sotto Natale e troppo alto il rischio di aggravare la situazione della compagnia in un momento così delicato dopo la cancellazione, in autunno, di centinaia di voli dovuti alla carenza di comandanti. Una mossa a sorpresa che ha scongiurato la protesta e le prossime intorno alle feste. Il rifiuto di riconoscere i sindacati è stato sempre il cuore della strategia che l'ad di Ryainair, Michael O'Leary, ha sviluppato per trasformare una piccola compagnia regionale irlandese nella maggiore aviolinea europea per numero di passeggeri. Ma ciò non significa che il gruppo irlandese vedrà ridimensionata la sua forza. «Questa decisione avvicina per un attimo Ryanair al modello di compagnia tradizionale spiega Andrea Giuricin, docente dei Trasporti all'Università Bicocca di Milano ma dobbiamo considerare che questa apertura sarà fatta solo per i piloti, perché gli assistenti di volo non hanno lo stesso potere contrattuale, e andrà a intaccare i margini del gruppo, ma in maniera limitata. È molto probabile, infatti, che la compagnia irlandese ora arrivi a riconoscere per i propri dipendenti aumenti di stipendio nell'ordine dei 20mila euro annui, visto che 10mila euro sono stati rifiutati. Questo inciderà sui conti di fine anno, ma sono talmente buoni da non mettere in difficoltà il gruppo rispetto ai competitor». Considerando che Ryanair ha in forze circa 4.200 piloti, un aumento di quella portata costerebbe circa 84 milioni al vettore che, nell'anno contabile 2016-2017, ha fatturato 6,64 miliardi con utili record a 1,3 miliardi.

Tornando alla cronaca, grazie alla marcia indietro di ieri, comunicata con una lettera ai propri dipendenti di cabina, il venerdì di sciopero è stato un po' meno nero del previsto. Ryanair ha convinto l'Anpac, la più grande organizzazione del settore in Italia, a sospendere in toto lo sciopero. L'astensione dal lavoro è stata invece confermata dalla Fit Cisl, che in una nota ha chiesto alla compagnia aerea di riconoscere tutti i sindacati di settore, e non solo quello dei piloti. L'apertura di Ryanair è stata salutata da Giuseppe Santoro Passarelli, presidente dell'Autorità di garanzia sugli scioperi, che ha parlato di «una scelta di buon senso e di civiltà, perché l'instaurazione di relazioni industriali efficienti risponde ad un principio di apertura e di dialogo, senza il quale si sarebbe rischiato di tornare ad anni bui del diritto del lavoro». Nei giorni scorsi Passarelli aveva criticato le scelte del vettore minacciando sanzioni pecuniarie. Anche il governo italiano aveva duramente criticato Ryanair per aver minacciato ripercussioni nei confronti dei piloti che avrebbero aderito allo sciopero.

E mentre si attende la risposta della controparte, che ha fissato alcune assemblee interne per discutere proprio di questo cambio di passo epocale all'interno dell'azienda, sul fronte operativo, Ryanair non perde tempo e ha preso contatti con l'amministratore fallimentare della compagnia austriaca Niki Lucas Floether a proposito di «un possibile acquisto». Secondo il quotidiano tedesco Handelsblatt, la compagnia irlandese aveva mostrato interesse per i diritti di atterraggio e decollo di Niki dall'areoporto berlinese di Tegel.

E potrebbe dunque avanzare un'offerta nei prossimi giorni.

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