Sì definitivo alla legge Brambilla. Nasce la carta dei diritti animali

Fra citazioni di Gandhi e Dudù, il via libera al Senato con l'astensione della sinistra. La prima firmataria esulta: "Svolta epocale". Gli ambientalisti: "Passo importante"

Sì definitivo alla legge Brambilla. Nasce la carta dei diritti animali
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Si sprecano le citazioni. Gandhi. E Dudù, ai tempi del Cavaliere il quadrupede più famoso d'Italia. Al Senato si respira l'atmosfera delle grandi giornate e questa un po' lo è: gli animali diventano esseri senzienti, non sono più affidati alla discrezionalità della nostra compassione. Così le pene per chi li maltratta si inaspriscono e l'Italia volta pagina. «I delitti commessi non saranno più delitti contro il sentimento - spiega all'aula Michaela Biancofiore - ma delitti contro gli animali in quanto esseri viventi dotati di un'anima».

La senatrice, presidente del gruppo Civici d'Italia- Noi Moderati - quasi si commuove e cita con i loro nomi le vittime di storie di sopraffazione e crudeltà: «Pensiamo per un attimo all'uccisione del povero cane Angelo, torturato a morte nel cosentino, del cane Aron, brucato vivo a Palermo, del gatto scuoiato nel salernitano, della capretta uccisa a calci e pugni da una banda di ragazzini che un giorno saranno uomini, mi chiedo quali uomini e dove siano le famiglie».

Avevamo imparato ad ascoltare i nomi delle vittime di femminicidio, ora scopriamo di avere anche una sensibilità alta di fronte agli orrori, un catalogo raccapricciante, commessi contro i nostri amici a quattro zampe.

Palazzo Madama approva la norma, ma è tutto il Paese che oggi ripudia una mentalità che non appartiene più alla coscienza collettiva: milioni di famiglie hanno adottato cani e gatti, sdoganandoli da una condizione di precarietà, e spendono miliardi, trattandoli come i figli che non nascono più.

«Siamo di fronte un provvedimento in favore dei nostri fratelli con la coda, dei nostri compagni e anche di coloro che amano senza conoscere l'egoismo che purtroppo è tipico invece degli esseri umani», va sul lirico Biancofiore.

Il forzista Pierantonio Zanettin tocca invece il tasto della nostalgia, evocando Dudù, il barboncino che a sua volta richiama in modo irresistibile Silvio Berlusconi. Chi scrive ricorda un comizio del Cavaliere, dopo un primo intervento di Michela Brambilla, la madre di questa legge, davanti a una affollatissima platea ambrosiana composta in gran parte da cani. Alla fine, un lupo cominciò ad abbaiare, e a quel punto l'ex premier replicò pronto: «E anche tu hai ragione».

Si vota per alzata di mano, la maggioranza porta a casa un provvedimento molto popolare, Pd e Avs si astengono. Le opposizioni parlano di «occasione mancata» e di «provvedimento di bandiera». Smussa qua e smussa là, per non scontentare i diversi partner della maggioranza, il provvedimento avrebbe perso per strada la sua carica innovativa.

La maggioranza tira dritto e contesta questa lettura minimalista. «È una svolta epocale - rilancia Brambilla - era una battaglia che portavo avanti da quattro legislature e con diversi governi e maggioranze parlamentari. Finalmente - aggiunge la deputata di Noi Moderati, presidente dell'intergruppo parlamentare per i diritti degli animali - siamo arrivati ad avere una legge che è un segno di civiltà». Il leghista Manfredi Potenti riprende, anche senza nominarlo, Gandhi quando diceva che la «civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali». «Basta cani e gatti alla catena - spiega Potenti -, basta combattimenti di animali e basta corse clandestine di cavalli». Per Maurizio Lupi questa «è una rivoluzione culturale e giuridica».

Favorevoli anche Wvf e Legambiente: «A dieci anni

dall'approvazione della legge sugli ecoreati, ecco un altro passo importante. Finalmente la legge riconosce gli animali quali vittime dirette dei reati. Anche se manca la parte contro i crimini a danno delle bestie selvatiche».

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