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Sala rischia un grosso guaio sulla casa «sparita» a St. Moritz

L'abitazione omessa dall'autocertificazione del candidato sindaco del Pd a Milano. Lui si difende: "Era nella dichiarazione dei redditi". Ma gli azzurri chiedono l'intervento dei pm

Sala rischia un grosso guaio sulla casa «sparita» a St. Moritz

Due paesi e due culture. Dall'Italia, il Comune di Zoagli in nome della privacy rifiuta di rendere noti i dettagli della pratica edilizia che ha portato Giuseppe Sala, candidato sindaco del Pd a Milano, a diventare proprietario di una splendida villa con piscina affacciata in zona protetta sul Tigullio. Dalla Svizzera, a ventiquattr'ore lavorative dalla richiesta, la Conservatoria dei registri immobiliari invia al Giornale copia del documento la cui esistenza abbiamo raccontato nell'edizione di sabato: il certificato di proprietà dell'appartamento per vacanze a Pontresina, nel cuore dell'Engadina, ossia del complesso sciistico più cool e costoso d'Europa. È la proprietà che Sala si era ben guardato dal dichiarare nel documento in cui, per legge, come amministratore pubblico, era tenuto a indicare tutti i suoi beni immobili, nessuno escluso.«Nessun mistero, l'ho indicata nella mia dichiarazione dei redditi», ha replicato mr. Expo. Peccato che la sua dichiarazione dei redditi non sia di pubblico dominio, e quindi non sia allo stato possibile sapere quali altri beni Sala si sia «dimenticato» di rendere noti, oltre che al fisco, anche agli italiani. E peccato soprattutto che la falsità delle dichiarazioni contenute nel documento firmato da Sala costituisca comunque un reato, punito dagli articoli 75 e 76 della legge 445/2000 anche con l'interdizione dai pubblici uffici. Non male, per un aspirante sindaco.Ed ecco quanto scrive il Grundbuchamt di Saint Moritz sulle proprietà di «Giuseppe Sala, geboren 28.05.1958»: la Stockwerkeigentum, la proprietà con diritti speciali, numero S51678, è composta da quattro stanze e mezzo, con sottotetto mansardato e cantina. Il titolo di acquisto risale al 2006, quando Sala era direttore generale di Telecom Italia Wireline. Un bene, insomma, risalente negli anni. Eppure Sala al momento di stendere la sua dichiarazione e di firmare l'impegnativa formula finale, «Sul mio onore attesto che la dichiarazione corrisponde al vero», l'ha rimossa.Nonostante la tranquillità ostentata dal candidato sindaco, la vicenda di Pontresina potrebbe diventare per Sala un problema grosso: quanto e più della vicenda di Zoagli, che finora (in attesa di sapere cosa si nasconda nelle carte che il Comune ligure rifiuta di rendere note, in particolare per quanto riguarda l'autorizzazione alla piscina) è soprattutto un caso di conflitto di interessi, visti i rapporti che Sala intratteneva con l'architetto Michele De Lucchi come commissario di Expo nello stesso periodo in cui gli affidava i lavori di sistemazione della sua villa al mare.La villa in montagna potrebbe invece finire nel mirino della Procura della Repubblica: è, almeno, quanto chiede Pietro Tatarella, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale. Ieri ha preso il via ufficialmente la commissione di inchiesta sull'impresa che ha reso Sala famoso, l'Expo 2015, ed in quel contesto i giornalisti hanno chiesto se la commissione si occuperà anche della casa di Sala a Pontresina: «Mi sembra - la risposta di Tatarella - che più della commissione potrebbe occuparsene la magistratura».

Nel frattempo Sala continua a non rispondere alle richieste del Giornale di spiegare perché non abbia indicato la Stockwerkeigentum in Engadina nella dichiarazione «sul mio onore».

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