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"Saldatura inquietante tra i 5 Stelle e le toghe"

Il presidente dell'Unione camere penali «C'è un impazzimento giustizialista»

"Saldatura inquietante tra i 5 Stelle e le toghe"

Cinque giorni ininterrotti di ragionamenti, di esempi, di fatti, di numeri: è la «maratona oratoria» con cui da oggi a venerdi, in piazza Cavour a Roma, i penalisti di tutta Italia racconteranno come la abolizione della prescrizione, in vigore dal'1 gennaio, devasterà il sistema giudiziario italiano. Gian Domenico Caiazza, presidente dell'Unione delle camere penali, è reduce dal congresso genovese dell'Anm. E quello che ha visto non gli è piaciuto affatto.

Visto da lontano, l'impressione è di una saldatura tra l'ala grillina del governo e il partito delle toghe.

«Purtroppo è esattamente quanto sta accadendo. La saldatura è sotto gli occhi di tutti. Ed è resa possibile da una svolta profonda da parte dell'Anm. La modifica della prescrizione i magistrati la chiedono da tempo, ma fino a ieri la accompagnavano a misure di riforma dei processi. Basta leggere le dichiarazioni dell'ex presidente Anm, Minisci. Con la nuova presidenza Poniz il cambio di accenti era evidente, si parlava solo della prescrizione. E alla fine si è arrivati ai fatti di Genova».

Cioè?

«Quello che è successo al congresso dell'Anm è evidentissimo. Il ministro Bonafede si è presentato annunciando che ritirava l'idea di eleggere il Csm per sorteggio, e i magistrati gli hanno risposto eliminando ogni riserva sulla sua riforma della prescrizione. Tutto qui».

In questo scambio di favori tra grillini e magistrati, il Pd che fine fa?

«Ce lo chiediamo anche noi. Con il Pd un dialogo, anche faticoso, era stato avviato. Le ultime dichiarazioni di Andrea Orlando erano positive, perché ritenevano inaccettabile il rifiuto di Bonafede a qualunque intervento sulla riforma. Adesso cosa faranno? Voglio augurarmi che la presa di posizione dell'Anm non determini una mutazione di orientamento del Pd».

Per andare dietro ai magistrati accetteranno questa riforma considerata incostituzionale da tutti i docenti italiani?

«Nel giro di una decina di giorni dovremmo capirlo».

Ma se non succede nulla a Capodanno la riforma entra in vigore.

«I tempi per intervenire ci sono. C'è un disegno di legge Costa che abrogherebbe la riforma di Bonafede. Il Pd ha avuto atteggiamenti contraddittori, credo che il loro problema fosse non sembrare schiacciati su una proposta che viene da Fi, così alla fine non hanno votato per dare l'urgenza all'iter. Ma la partita non si chiude con l'entrata in vigore della legge, il disegno Costa arriverà in aula e lì si faranno i conti. Italia Viva credo che la pensi come noi».

Intanto, però Pd-M5s si stanno mettendo d'accordo sulla galera per i reati tributari.

«Stiamo vivendo un periodo di impazzimento collettivo in cui davanti all'unico dato sicuro, e cioè che i processi in Italia durano troppo, si introducono due riforme che avranno l'effetto di allungare ancora di più questa durata: la riforma della prescrizione consentirà di trascinare un processo in eterno, la norma sui reati tributari intaserà procure e tribunali di un numero incalcolabile di processi. È un impazzimento giustizialista e populista che produce danni enormi. Ma il loro unico obiettivo è andare il 2 gennaio in televisione a dire: abbiamo vinto, abbiamo tolto ai furbi e ai ricchi lo strumento per sottrarsi alla giustizia.

Un falso colossale: il 95% dei reati che si prescrivono oggi in Italia sono reati bagatellari».

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