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Salvini ancora indagato per uno sbarco: "Ho difeso i confini, è una medaglia"

L'attacco ai pm: "Ad Agrigento non hanno cose più serie di cui occuparsi?"

Salvini ancora indagato per uno sbarco: "Ho difeso i confini, è una medaglia"

Non c'è pace per Matteo Salvini, preso di nuovo di mira dai magistrati siciliani.

Il leader della Lega è infatti stato iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Agrigento per sequestro di persona e omissioni di atti d'ufficio. Il tutto per non aver fatto entrare in acque italiane, nell'agosto di quest'anno, la Open Arms, nave Ong che trasportava 164 migranti. La storia è simile a quella del caso Diciotti, per cui fu il pm Luigi Patronaggio a indagare l'ex ministro dell'Interno. L'imbarcazione rimase di fronte a Lampedusa per 20 giorni, in un braccio di ferro tra Ong e Viminale conclusosi con l'intervento di quegli stessi magistrati che ordinarono lo sbarco d'urgenza perché si erano riscontrate situazioni «fisiche e psichiche» non compatibili con la vita a bordo. Ma fu poi dimostrato che la maggior parte dei migranti stava bene. È affidata a Francesco Lo Voi, procuratore capo di Palermo, a cui è stato trasmesso il fascicolo, la decisione della conferma o meno delle ipotesi di reato che saranno sottoposte al tribunale dei ministri entro 15 giorni.

La reazione di Salvini non si è fatta attendere. «Altra indagine - ha commentato ieri - altro processo per aver difeso i confini, la sicurezza, l'onore dell'Italia? Per me è una medaglia! Rifarei e rifarò tutto». E al nono congresso del Sap (Sindacato autonomo di Polizia) di Rimini a cui il leghista ha partecipato ieri, non le ha mandate a dire: «Mi domando se in Procura ad Agrigento - ha detto - non abbiano cose più serie di cui occuparsi. Usano denaro pubblico, prima o poi mi verrà voglia di chiedere conto di come lo usano. È la seconda, la terza, la quarta, la quinta inchiesta. Ho fatto quello che gli italiani mi chiedevano di fare, ho difeso i confini, inizio a essere stufo».

Quello che sa di un attacco delle toghe in piena regola non sembra spaventare Salvini. Un leader politico che inizia a far paura per gli innumerevoli consensi che sta portando a casa. Lo ha detto anche il direttore Alessandro Sallusti, ospite al convegno Sap: «I media - ha chiarito - hanno una grande colpa, ma io non la sopravvaluterei. La gente sta da questa parte. Non confondete i giornalisti con la gente. Questo Matteo Salvini l'ha capito tanto tempo fa e ha fatto la sua ascesa con tutti i giornali contro. La sinistra ha bisogno di un nemico per vivere, perché la sua offerta politica è naufragata nel 1989 col muro di Berlino e non avendo offerta politica deve vivere contro qualcuno».

Come si ricorderà, anche il Tar del Lazio si era espresso sulla vicenda, accogliendo un ricorso della Ong spagnola.

Il senatore leghista Stefano Candiani è intervenuto in difesa del suo leader: «Non bastasse questo governo amico delle speronatrici di motovedette, delle sardine e delle tasse, ora il bizzarro fronte anti Salvini carica a bordo anche la Procura di Agrigento».

Ed è proprio da quel fronte anti Salvini che arrivano i primi attacchi: «Quando la dignità e i diritti delle persone smettono esplicitamente di essere una priorità dei governanti si aprono le porte al baratro», ha detto la portavoce di Mediterranea Alessandra Sciurba.

Il filosofo Massimo Cacciari ci va giù duro: «La notizia dell'indagine politicamente parlando certamente non fa altro che bene al signore».

E anche padre Alex Zanotelli, lo stesso che qualche giorno fa aveva vergognosamente offeso la memoria dei caduti di Nassiriya, lancia le sue accuse: «Va processato per la sua disumanità. È un uomo al quale non interessa nulla di chi soffre, non ha alcun senso morale. Come potrebbe guidare il Paese?».

Il tutto mentre arriva la notizia che il tribunale dei ministri sarà composto da tre donne: Caterina Greco (presidente), Lucia Fontana e Maria Cirrincione.

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