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Salvini apre sugli immigrati: "Quelli regolari sono italiani"

Il leader della Lega in piazza a Roma sceglie toni soft: correrò nel collegio di Renzi, pronto a fare il premier

Salvini apre sugli immigrati: "Quelli regolari sono italiani"

Parla già da capo di governo Matteo Salvini. Non alza la voce, non insulta nessuno dal palco della manifestazione organizzata a Roma dalla Lega contro lo ius soli, anche se alla fine della proposta di legge targata Pd sulla cittadinanza agli stranieri si parla, ma non troppo. È piuttosto un discorso sui programmi della Lega quando sarà al governo, nel caso vincesse le prossime politiche, sui poteri forti, sulle pensioni, sullo strapotere dell'Europa e i dati sulla povertà. «Il comizio l'ho fatto sottovoce perché i premier parlano sottovoce», afferma Salvini. E la platea in delirio gli fa sentire tutto il proprio appoggio: «Sei il nostro premier», grida. «Se gli italiani lo vorranno sarà una splendida realtà, se il centrodestra vince sarà un'avventura che durerà almeno dieci anni e Berlusconi ne farà parte», risponde il numero uno della Lega.

Sono arrivati da tutta Italia in pullman per seguire il leader in trasferta. Moltissimi dall'Umbria, ma anche da Campania e Calabria. Riempiono mezza piazza Santi Apostoli perché l'altra metà è off-limits, blindatissima e transennata per questioni di sicurezza visto che i movimenti di lotta per la casa avevano organizzato una contromanifestazione a due passi dalla basilica che da mesi ospita alcune famiglie sfollate. Quando arriva, a metà mattinata, Salvini viene accolto come una star dai suoi attivisti. Fatica a raggiungere il palco, tutti lo vogliono abbracciare, farsi un selfie con lui. Attacca con il suo cavallo di battaglia, l'immigrazione, ma usando toni più soft dei soliti. «Per me gli italiani non sono quelli che hanno la pelle bianca - sostiene - ma anche gli immigrati regolari e per bene che portano un contributo alla nostra società. Il governo Salvini avrà porte spalancate per donne e bambini che scappano dalla guerra, ma per chi non scappa dalla guerra, anzi la porta da noi, serve un biglietto di sola andata per tornare a casa loro. Solidali, ma non fessi». Poi se la prende con il governo che molla i disabili costringendoli a vivere con 280 euro al mese mentre fa arricchire le cooperative con gli immigrati: «Ho letto i bilanci di una coop che prima dell'emergenza migranti fatturava 260mila euro e adesso ne fattura otto». Ed è solo grazie alla Lega che lo ius soli non passerà: «La sinistra prende in giro gli italiani con 80 euro e gli immigrati regalando la cittadinanza, ma la cittadinanza non si regala, arriva alla fine di un percorso, non è un regalo elettorale».

Dice Salvini che non appena si conosceranno i collegi, si candiderà ovunque ci sarà Renzi: «Vita contro bugie». «Se non siamo capaci di battere Renzi e Di Maio - continua - cambiamo mestiere. Il centrodestra ha il dovere di essere serio, chiaro, non deve ricommettere gli errori del passato. Dobbiamo avere l'ambizione non di vincere ma di cambiare il Paese». Cominciando dalla riforma delle pensioni: «Non vedo l'ora di vincere per stracciare la legge Fornero e farla piangere un'altra volta». Anche in Europa devono cambiare le cose: «A Bruxelles si va per fare l'interesse nazionale di sessanta milioni di italiani - ribadisce il leader della Lega - non si va con il capello in mano. Si vanno a chiedere i nostri diritti. Il governo di centrodestra deve essere pronto a trattare da pari a pari con i poteri forti».

A chi gli chiede conto dell'assenza del Carroccio alla marcia antifascista di Como, Salvini risponde che «sabato in piazza c'era il passato, le bandiere rosse, la falce e il martello, qui oggi c'è il futuro e io preferisco il futuro».

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