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Salvini archivia la Lega Nord e sfida le toghe: processateci

Il segretario cambia lo statuto: «Ora siamo nazionali» Il duello con i magistrati: «Ci autodenunciamo tutti»

Salvini archivia la Lega Nord e sfida le toghe: processateci

Salvini si presenta con un presepe artigianale campano in mano per annunciare la buona novella congressuale: «Questo è l'inizio di un bellissimo percorso, il battesimo di un movimento che ha l'ambizione di rilanciare l'Italia nel mondo, la crescita economica, la libertà, il diritto alla vita e il diritto alla sicurezza». Si tratta di modifiche statutarie ma di fatto è la cerimonia di passaggio dalla vecchia alla nuova Lega. Processo avviato da tempo e metabolizzato, anche se non del tutto indolore per gli affezionati agli ideali delle origini. Quello è il passato per Salvini, ma «chi vive solo nel passato è morto, c'è orgoglio per quanto abbiamo fatto ma bisogna guardare avanti perché la sfida è globale contro la dittatura».

Per quel che resta della Lega Nord era importante assicurarsi due cose, cambiando lo statuto: che i leghisti possano iscriversi anche al partito Salvini Premier (il doppio tesseramento finora non era permesso) e che il simbolo storico della Lega, Alberto Da Giussano con la spada sguainata, possa essere concesso «a fini elettorali» alla Lega Salvini Premier. Fatto questo, si tratta ora di voltare definitivamente pagina, costruire il nuovo movimento, con una rete di associazioni anche al sud, e mettere nel freezer la Lega Nord con Bossi e tutti i debiti milionari. In un partito dove l'unica corrente è quella dei salviniani per Salvini, sono tutti allineati al capo. «La nuova Lega di Salvini è più forte e più aperta. La Lega è diventata nazionale, lo dico rispetto a chi ha nostalgia della Lega Nord che in Italia due terzi dell'elettorato è al centro e al sud, quindi se vogliamo cambiare le cose dobbiamo prendere i voti anche di quella parte del Paese» dice Roberto Calderoli, uno dei leghisti della prima ora, secessionista riconvertito al nazionalismo. Si può immaginare l'imbarazzo quando Bossi sul palco se ne esce con la frase «mi sembra giusto aiutare il Sud sennò straripano qui come gli africani».

I tempi sono cambiati. Bisogna aprire le porte della Lega, ma farlo «con intelligenza», non «subappaltando il movimento a portatori di voti dell'ultima ora», specie al sud dove il salto sul carro del vincitore può portare spiacevoli sorprese in casa. Però «un partito che è al 30% non può ragionare come se avesse ancora il 4%» dice Salvini, per convincere gli ultimi scettici e gli assenti, un centinaio su 500 delegati. «Il nostro obiettivo è tornare al governo di questo Paese; la sfida è tra libertà e dittatura», e in quest'ultima ci mette anche i suoi ex alleati di governo, i Cinque Stelle. «Dall'altra parte non c'è democrazia. Quando Beppe Grillo entra ed esce dall'ambasciata cinese a Roma non è normale», il M5s «anche se parla di trasparenza e democrazia» di fatto ci sta «vendendo alla Cina, che sta comprando a pezzi il nostro Paese. Da Grillo e Di Maio non mi aspetto nulla e hanno lasciato per strada qualsiasi briciolo di dignità e senso dell'onore. Ma chi semina tradimento raccoglie tradimento».

L'altro attacco è ai magistrati, che lo indagano come sequestratore di persone per aver fermato le ong cariche di clandestini. Dopo aver detto che chi vuole processarlo attenta alla «sovranità nazionale e del popolo», Salvini chiede alla platea di delegati «un'autodenuncia di massa». I delegati si alzano in piedi e lui lancia la sfida: «Processateci tutti. È vergognoso per un Paese civile processare qualcuno che ha difeso i confini del suo Paese. Se qualcuno pensa di impaurirci o impaurirmi con la minaccia del carcere, ha sbagliato persona. Io rispetto la stragrande maggioranza dei giudici che fanno bene il loro lavoro, qualcuno ha un pregiudizio. Questi signori si tolgano la toga e si candidino. Se vogliono cambiare i decreti Sicurezza e se vogliono aprire i porti a tutti si candidino».

Per concludere in versione epico-religiosa, visto che è quasi Natale: «Siamo l'ultima àncora si salvezza per il popolo cristiano-occidentale».

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