Politica

Salvini attacca ancora: «Genocidio di italiani i vescovi non rompano»

Nuova offensiva su Galantino: «Libera Chiesa in libero Stato». Nel mirino anche il governo E lancia uno sciopero di 3 giorni per cacciare Renzi

RomaQuesto governo con il sostegno di un parte della Chiesa sta perpetrando il genocidio del popolo italiano. Matteo Salvini non arretra di un passo di fronte alle tante voci di condanna per i suoi attacchi ai vescovi e all'esecutivo. Anzi. Nel giorno in cui si contano altre 49 vittime dei trafficanti di uomini il leader della Lega rilancia, scegliendo termini provocatori e giudizi sferzanti. Quei 49 annegati nel mar Mediterraneo «pesano sulla coscienza di chi li fa partire, non sulla nostra», accusa. Dal palco della festa della Lega, celebrata come sempre a Ponte di Legno, Salvini annuncia che alla fine di settembre andrà in Nigeria per cercare un accordo con il governo locale e bloccare da lì gli arrivi anche se, aggiunge, «dovrebbe andarci Alfano, fa parte del suo mestiere», l'accusa rivolta al Viminale.

Ma ancora una volta le parole più dure le riserva ai vescovi, anzi a un vescovo in particolare, il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino. «Libera Chiesa in libero Stato - dichiara -. Il vescovo fa il vescovo e non rompe le palle ai sindaci. Io non ce l'ho con la Chiesa che al 90 per cento è sana ma forse qualche vescovo dovrebbe candidarsi e prendere voti con Vendola». Per Salvini «un conto è la libertà di religione, un conto è la libertà di invasione». Responsabili principali dello sfascio il premier Renzi e Alfano perché «un governo serio blocca le partenze» mentre «questo governo è complice del genocidio del popolo italiano, qualcuno sta sostituendo gli italiani con gente che arriva da altri Paesi». Salvini conclude la sua arringa con una promessa, quella di bloccare l'Italia per tre giorni in novembre. Il leader del Carroccio invita tutti gli italiani a fermarsi con la Lega. Tre giorni di paralisi per far cadere il governo Renzi.

L'attacco alla Chiesa di Salvini non piace agli azzurri più vicini al mondo cattolico come Osvaldo Napoli, Francesco Giro e Gianfranco Rotondi. «La parole di Salvini nei confronti dei vescovi sono inaccettabili, Forza Italia si dissoci», chiede Rotondi. Ma anche dentro Fi c'è chi pensa che sia Galantino a essere inadeguato per il suo ruolo, come il senatore Maurizio Gasparri che critica anche il governo che «continua a fare da spalla agli scafisti». Per Daniela Santanchè Salvini ha ragione e «dice quello che pensa la maggioranza degli italiani». Oltretutto, osserva, se il segretario della Cei entra a gamba tesa nella politica poi non può sottrarsi al dibattito.

È il Pd ad insorgere di fronte all'ennesimo attacco alla Chiesa di Salvini. Il senatore Vannino Chiti si indigna perché Salvini prende in prestito le parole di Cavour, «Libera Chiesa in libero Stato», inserendole «nella volgarità del suo discorso» e dunque facendo «rigirare Cavour nella tomba» perché il discorso di Salvini è «nemico della fede e della solidarietà umana», conclude il senatore Pd. Indignato pure Matteo Colaninno che giudica le parole di Salvini «altamente offensive e irrispettose del ruolo che svolge la Chiesa nell'assistenza ai migranti». E per Stefano Pedica quello di Salvini è solo «populismo becero». Il vice ministro ai Trasporti, il socialista Riccardo Nencini, si appella a Salvini definendolo kapò e lo invita a fare come i sindaci socialisti che intendono «utilizzare i profughi in attività sociali utili alla comunità».

Il ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina invece attacca Salvini perché «vuole bloccare il Paese».

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