Politica

Salvini bomber designato manda Alfano in panchina

Dopo i complimenti di Berlusconi il leghista prende tempo e lancia una stoccata: «Senza squadra e schemi non si va da nessuna parte. E con Angelino non si vince»

RomaSe la punta è Matteo, Angelino va in panchina. Il giorno dopo la «convocazione» di Berlusconi, che lo vede come «bomber» della squadra del centrodestra, tenendo per sé il ruolo di regista, Matteo Salvini ringrazia e puntualizza. Restando alla metafora calcistica, il leader del Carroccio avverte: «Se non ci sono squadra e schemi, anche se hai Maradona non vai da nessuna parte». La questione principe, insomma «non è il leader ma il progetto», che «va costruito e approvato dagli italiani», aggiunge Salvini, evocando quelle primarie che a Berlusconi proprio non piacciono. Ma soprattutto nel progetto per Alfano c'è posto «soltanto in panchina», nonostante le aperture di Berlusconi all'ex delfino, taglia corto il leader del Carroccio. «Ci si è messo da solo», continua, «Perché se io costruisco un'alternativa a Renzi, non posso farlo con chi fa parte del governo Renzi». Morale, «una squadra che vince non ha Alfano in campo».

A chi anche in Forza Italia ha storto il muso dopo l'endorsement di Berlusconi, Salvini replica dicendosi dispiaciuto che «la gente si fissi sul nome anziché sul progetto». Il suo, prosegue, è «totalmente alternativo ad Alfano, poi chi se ne frega chi fa gol». E comunque, se il leader Ncd per Salvini va in panca o fuori rosa, il segretario leghista non chiude la porta a tutto il partito. «Nell'Ncd c'è tanta gente perbene con cui è possibile dialogare», concede, prima di attaccare ancora il «ministro dei 150mila sbarchi», uno con cui «non posso costruire nessuna alternativa al Pd». Con Tosi, invece, è pace armata. Il sindaco di Verona plaude ai risultati di Salvini ma indica nelle primarie la via maestra per la scelta del candidato premier. Un punto su cui il leader leghista è «assolutamente d'accordo» (tanto da lanciare in serata un «sondaggio» via Twitter sui complimenti berlusconiani: «Che ne pensate?»), riconoscendo a Tosi d'aver «fatto la sua parte» nella rinascita del Carroccio. Ma ammonendo sul rischio-spaccature: «Chi perderà le prossime giornate a litigare o a polemizzare si accomoda fuori».

Alfano, intanto, replica secco alle polemiche della Lega ringhiando che «una squadra con Salvini goleador è squadra che non vince», perché «che ce ne frega di perdere a guida leghista?». Insomma, l'amalgama di Massiminiana memoria qui sembra utopia persino con Silvio regista. Anche perché i segnali di pace di Berlusconi vengono accolti tiepidamente dal leader Ncd, che vuol farsi perdonare solo «da nostro Signore».

Alfano concede di voler «guardare al futuro» senza «rivangare il passato», ma in una coalizione di forze «antisinistra», per lui, non c'è posto per Salvini.

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