Politica

Marche, gli immigrati ​"respingono" Salvini

A Porto Recanati gli immigrati impediscono al leader leghista di entrare in un condominio multietnico

Da Twitter (csa_asilo)
Da Twitter (csa_asilo)

Nuove dure contestazioni contro il segretario della Lega, Matteo Salvini, impegnato in queste settimane nel suo tour elettorale in vista delle prossime elezioni. Ad Ancona, in piazza Roma, il leader del Carroccio è stato accolto da un lancio di uova, pomodori e bottiglie. A scagliarsi contro di lui i manifestanti dei centri sociali, che hanno anche acceso un fumogeno arancione e urlato slogan. Il gruppo di contestatori ha cercato di rompere il cordone delle forze di polizia in assetto antisommossa. Felpa blu e scritta gialla "Marche", Salvini si è fermato 15 minuti al banchetto della Lega per la raccolta di firme per la presentazione delle liste per le regionali, ha salutato il coordinatore regionale di Fdi-An Carlo Ciccioli e si è fatto fotografare con gli attivisti. Dall’altra parte del cordone di sicurezza, le urla dei manifestanti dei centri sociali: "Vattene, vergogna, fascisti".

"E pensare che questa gente magari il 25 aprile stava a parlare di libertà a democrazia", ha commentato a caldo il leader del Carroccio.

Poco più tardi Salvini è stato respinto da un cordone di immigrati a Porto Recanati. Sarebbe dovuto entrare nell’Hotel House, il condominio multietnico abitato soprattutto da nordafricani, ma gli immigrati hanno fatto muro. "Se è vero che qui all’Hotel House quelli del condominio hanno chiamato i senegalesi per riportare un po' di ordine vuol dire che lo Stato non sa fare il suo dovere", ha detto Salvini, parlando con i giornalisti. A chi gli ha chiesto cosa propone il suo partito Salvini ha risposto in questo modo: "Busserei porta a porta, e controllerei se chi vive qui è in regola con il permesso di soggiorno. Quelli che non sono in regola li caccerei via".

Sotto lo stabile era in corso anche una contromanifestazione anti Lega promossa dalle forze di centrosinistra, con in testa il sindaco Pd Sabrina Montali, il senatore Mario Morgoni (Pd) e vari sindacalisti di Cgil e Cisl con le loro bandiere. Salvini, che veniva da Ancona, è arrivato all’Hotel House in anticipo rispetto all’orario previsto, attorno alle 14.45. Ad attenderlo ha trovato un centinaio di residenti del condominio, quasi tutti maghrebini, che avevano occupato la via di accesso allo stabile. I manifestanti si sono rifiutati di aprire un varco per lasciargli il passo, ci sono stati attimi di tensione, al suono di "vattene!", "vergognati!", grida e fischi, ma la polizia ha tenuto la situazione sotto controllo e non ha caricato. A quel punto, Salvini, che era rimasto ad una certa distanza dal "cordone" di immigrati, ha detto che aveva un altro impegno (la raccolta di firme a sostegno del candidato governatore Francesco Acquaroli alle 16 a Macerata), è salito in auto e si è allontanato.

Il residence, dove vivono anche alcune famiglie italiane, spesso è stato al centro di fatti di cronaca legati ad attività di spaccio e reati di microcriminalità. Il 24 aprile scorso proprio qui è stato arrestato uno dei presunti terroristi islamici coinvolti nell’inchiesta condotta dalla Dda di Cagliari.

Alì Zubair, un pachistano di 46 anni con permesso di soggiorno spagnolo, aveva trovato rifugio in uno degli appartamenti del residence.

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