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Salvini corteggia Berlusconi Dagli azzurri «no» alla serrata

Il leader del Carroccio chiama il Cavaliere per cercare di convincerlo ad aderire alla manifestazione anti Renzi ma senza successo. Intanto avanza il progetto «Altra Italia»

Salvini corteggia Berlusconi Dagli azzurri «no» alla serrata

Matteo Salvini è pronto ad alzare il pressing su Silvio Berlusconi per cercare di convincerlo a unirsi alla serrata anti-Renzi. I propositi di «seduzione» non vengono certo nascosti: «Sentirò Berlusconi, gli spiegherò il progetto e sono sicuro che aderirà» dichiara ad Affaritaliani il segretario federale della Lega Nord, interpellato sulla possibilità che il leader di Forza Italia aderisca alla protesta del Carroccio contro il governo Renzi in programma per i primi di novembre. «Qua il problema dell'Italia è mandare a casa un governo non eletto, incapace e pericoloso. E quindi noi mettiamo a disposizione di 60 milioni di italiani la possibilità di dire io ci sono».

La linea di Forza Italia al momento però non cambia. Se Salvini intende saltare gli «intermediari» e punta a convincere con la sua idea di una mobilitazione di massa direttamente Berlusconi, il presidente di Forza Italia pur non volendo alimentare il dissidio con la Lega non sembra convinto della proposta. La linea che ha trasmesso al partito è di evitare polemiche frontali con il Carroccio, ma di non appiattirsi su Salvini. In sostanza l'indicazione che filtra dal quartier generale azzurro è: «Calma e gesso, prima Salvini dovrebbe capire cosa vuol fare davvero da grande, se ritiene di dover procedere in maniera “autarchica” e solitaria pur di accentrare il dibattito politico su di sé e acquistare visibilità. Oppure se abbia anche interesse a costruire un'alleanza e a puntare a vincere le elezioni».

Berlusconi continua anche a ragionare sul progetto de «L'Altra Italia» per il quale si tiene in contatto con i coordinatori regionali allo scopo di vagliare nomi di imprenditori ed esponenti della società civile da coinvolgere nell'operazione di reclutamento. Il presidente di Forza Italia non intende affatto, poi approfondire la distanza con il mondo cattolico. Non a caso ieri Renato Brunetta sul Mattinale ha spiegato con chiarezza la posizione del partito di Piazza San Lorenzo in Lucina sulla polemica con Monsignor Galantino.

«Non c'è nessuna svolta anticlericale in Forza Italia, tanto meno un allontanamento dalla cultura cattolica che in essa è costitutiva, come Silvio Berlusconi enunciò sin dal discorso della discesa in campo. Forza Italia è un movimento politico di stampo liberale e guarda con favore, nelle relazioni tra Stato e Chiesa, alla reciproca collaborazione». «Questa premessa» continua il capogruppo di Fi «è per dire che la proposta politica espressa in forma di diktat al governo e alle forze politiche da Galantino, mostra di non rispettare e forse di non conoscere che cosa sia lo Stato. Servono buon senso e ragionevolezza, sostenibilità e realismo nella determinazione del bene per tutti. Se non si tiene conto della sostenibilità pratica degli imperativi morali, si sprofonda. Da che ci sono gli Stati moderni, la Chiesa stessa ha dovuto fare i conti con i limiti umani. Chiedere di superare questi limiti somiglia molto alla “ybris”, all'empietà che scatena le tragedie». Perché «accogliere su una piccola barca come l'Italia l'intero flusso Mediterraneo di uomini e donne, significa affondare tutti. Compreso il Vaticano, il quale ha confini, regole di cittadinanza.

E se la sera non esci dai cancelli di porta Sant'Anna o del Sant'Uffizio, le guardie svizzere ti buttano fuori, Francesco regnante».

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