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Salvini nella torre del degrado accende di nuovo la "ruspa"

Il ministro dell'Interno indica l'Hotel House di Porto Recanati come esempio di pessima integrazione

Salvini nella torre del degrado accende di nuovo la "ruspa"

Tolleranza zero a degrado e criminalità. Matteo Salvini è tornato all'Hotel House per la terza volta, la prima da ministro. Ha voluto verificare la situazione dell'edificio scandalo di Porto Recanati, in provincia di Macerata, il grattacielo multietnico che ospita duemila persone, con appartamenti sovraffollati e per lo più invivibili. Per lui la soluzione è chiara: «O lo sistemi o lo abbatti. E per esperienza è più facile la seconda - ha detto ai cronisti -. Non c'è una terza via».

Degrado, criminalità, abusivismo la fanno da padroni.

«Da troppi anni lo stabile - ha proseguito - è in queste condizioni. Non basta la buona volontà delle amministrazioni locali, della Prefettura e delle forze dell'ordine, come Ministero chiederemo un intervento radicale insieme ad altri ministeri. Per quello che mi è dato vedere - ha tenuto a precisare - prevedo l'abbattimento, non vedo altre soluzioni. Non posso dare tempi se non ho un progetto in mano». Il vicepremier ha voluto incontrare il sindaco Roberto Mozzicafreddo, il prefetto di Macerata Iolanda Rolli, il questore Antonio Pignataro e altri rappresentanti locali delle istituzioni che gli hanno fatto un quadro chiaro della situazione. Continui blitz delle forze dell'ordine, che in quell'area sono costrette a un super lavoro, con arresti anche per tentato omicidio, come nel caso di due pachistani, di recente.

Il ministro, poi, è salito fino all'ultimo piano, il diciassettesimo, da dove si è affacciato dalla terrazza. «Peccato - ha detto - è proprio bello qui. L'avevano scelta bella la location, ma penso ai pensionati: che vita grama senza ascensori». Si è fermato anche a parlare con la gente, ad ascoltare le lamentele di tutti, compresi coloro che abitano ai piani sottostanti. E poi ha guardato i mobili buttati in un angolo, gli utensili abbandonati, i calcinacci, alcuni mattoni del soffitto a rischio di distacco, mostrando aria di sconforto. Una situazione limite, quella della struttura, in una provincia che ha già dato abbastanza quanto a criminalità. Basti pensare all'omicidio della giovane Pamela Mastropietro, uccisa e fatta a pezzi, alle numerose operazioni antidroga portate a termine dai rappresentanti delle forze dell'ordine e a tanti altri delitti che si sono consumati su un territorio segnato dal degrado e dall'illegalità.

A illustrare ciò che si sta facendo sono intervenuti anche il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Michele Roberti e quello della Guardia di finanza, colonnello Amedeo Gravina. Il quale ha fatto presente come da un controllo del centro di «Money Transfer» un tempo posizionato in prossimità dell'edificio, si sia appurato come dal negozio siano partiti oltre 500mila euro verso Paesi esteri. Molti dei quali, sospettano gli inquirenti, provento di attività illecite. Ma ad accogliere il vicepremier c'erano anche il senatore leghista Paolo Arrigoni e altri rappresentanti politici della zona.

«Quest'anno - ha chiarito Salvini - l'aumento degli occupanti dell'Hotel House non si è verificato grazie all'effetto deterrente prodotto dal progetto Spiagge sicure, che ha coinvolto tra gli altri anche il Comune di Porto Recanati. Ora lavoreremo per trovare soluzioni, garantendo diritti ai legittimi proprietari, ma con l'obiettivo di radere al suolo quello che ormai è ricettacolo di spacciatori, ladri e delinquenti».

Salvini ha promesso che tornerà a Porto Recanati. Ma il progetto che ha in mente è quello di lavorare a trovare soluzioni per tutti gli edifici italiani che si trovano nello stesso stato.

Un impegno che ha promesso di prendere a cuore e mantenere.

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