Politica

Salvini porta la Lega al Sud e scatta l'assalto dei riciclati

Si sgomita per salire a bordo: gli ex finiani Moffa e Sbai. Dal Pdl ecco la Mannucci e Landolfi. Orrù in Sardegna

Salvini porta la Lega al Sud e scatta l'assalto dei riciclati

RomaSalvini domani vara ufficialmente il suo vascello meridionale. L'obiettivo: conquistare il Meridione, isole incluse. Vietato chiamarla Lega del Sud: nome e simbolo restano top secret ma di certo ci sarà il nome «Salvini». Tutti i sondaggi sono unanimi: il brand tira. Gli ormeggi verranno tagliati oggi ma sono mesi che da terra si sgomita per salire a bordo. Accanto a neofiti della politica ci sono anche tante vecchie conoscenze: sono gli esodati di Palazzo, quelli rimasti fuori, quelli che sperano di fare un altro giro nella giostra della politica. Arrivano da destra, dal centro e dalla sinistra: tutti ansiosi di salire sul Carro(ccio) del vincitore. Deus ex machina dell'operazione è il vicecapogruppo in Senato, Raffaele Volpi. Lui di nomi non ne vuole fare ma ammette: «Alla mia porta bussano tutti: ex e non. Dai forzisti agli alfaniani, dai centristi ai vecchi finiani passando per qualche piddino. Paura di imbarcare qualche zavorra? Ovvio che sì. Ma da venerdì partiremo con i controlli più rigorosi».

Sarà un delicato «tu sì, tu no» e, sebbene con il massimo riserbo, qualche nome degli aspiranti imbarcati trapela. Ci sarà Silvano Moffa, ex presidente della Provincia di Roma, missino, poi pidiellino, quindi leader delle «colombe» finiane, e regista del Cantiere popolare. Ci sarà anche Souad Sbai, italo-marocchina ed ex parlamentare berlusconiana. In fila pure Barbara Mannucci, ex onorevole pidiellina ed eurotrombata alle elezioni del 2009, celebre per il suo motto: «Berlusconi? Per me è la luce; con lui fino alla fine. Sarò la sua Claretta Petacci». Con lei c'è pure il marito, Enrico Cavallari: ex assessore al personale della giunta capitolina di Alemanno. Altro ex, questa volta alfaniano, è Marco Pomarici, romanissimo, già presidente del consiglio comunale della Capitale per gli azzurri. E non è finita qui: pare che al campanello di Salvini abbiano suonato pure Mario Landolfi, già ministro delle Comunicazioni nel governo Berlusconi ter e l'altro campano Gennaro Coronella, ex vice coordinatore regionale del Pdl. Ma laggiù, all'ombra del Vesuvio, preme pure Gianluca Cantalamessa, un passato missino e ora guida dell'associazione «Cambiamò». «Mò» nel senso di «subito» in partenopeo. Ma in Campania Salvini punterà soprattutto su Vincenzo Pepe, Professore universitario e presidente di Fare Ambiente.

In Puglia, invece, le redini della «cosa» salviniana potrebbero andare in mano a Rossano Sasso, ex dirigente Ugl scuola: un sindacalista che rifiuta la lettura di una scialuppa salviniana solo di destra. C'è ressa pure nelle isole. In Sardegna scalpita Marcello Orrù, sassarese del Partito sardo d'azione affascinato pure lui da Alberto da Giussano in salsa sarda. Idem in Sicilia dove pare molti alfaniani abbiano capito che il Nuovo Centrodestra è in bonaccia mentre Salvini ha il vento in poppa.

«Non ci sarà posto per tutti», tiene a precisare il senatore Volpi che assicura massima attenzione per non imbarcare pesi morti. E poi: «Apriamo al mondo accademico, alle associazioni dei consumatori, a pezzi di sindacato, ai militari, ai giovani e a tutti quelli che condividono i nostri valori forti: territorio e famiglia in primis». Poi, l'ennesimo appuntamento.

Un altro che vuol salire a bordo.

 

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