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Salvini sbotta con Di Battista: "Potrei mandarlo a cag..."

Il vicepremier non dà molto spazio alle provocazioni del grillino. Sulla fiducia di domani: "Vedremo, la giornata sarà lunga"

Salvini sbotta con Di Battista: "Potrei mandarlo a cag..."

Ultimo pranzo al Papeete e poi partenza verso Colico, in provincia di Lecco. È stata questa la giornata di Matteo Salvini, che ha da poco terminato i giorni di relax a Milano Marittima. Tra selfie, figlia e colleghi non sono mancate dichiarazioni da parte del vicepremier leghista, che ha preferito ritagliare davvero poco spazio alle recenti parole di Alessandro Di Battista: "Al comizio di stasera potrei mandarlo a cag...". Poi in serata, proprio durante un comizio a Lecco ha mandato un messaggio chiaro a Di Maio sulla Tav: "Mercoledì si vota una mozione dei 5 stelle per bloccare la Tav, e questo sarà un problema: chiunque dirà no alla Tav, stia bene attento, perché mette a rischio il governo".

Domani la fiducia

La mente del ministro dell'Interno è infatti pienamente concentrata e rivolta alla giornata di domani, che si rivelerà inevitabilmente fondamentale per le sorti dell'esecutivo. Il Senato sarà chiamato a votare la fiducia sul decreto Sicurezza bis. Il leader del Carroccio si è espresso in merito: "Vedremo domani, la giornata sarà lunga. Oggi sembra una giornata tranquilla. I numeri? Non mi sono ancora informato, lo faccio nel pomeriggio". La maggioranza non è così al sicuro e potrebbe essere a forte rischio: sarebbero 6 i pentastellati "ribelli" pronti a votare no e dunque a contribuire ad un'eventuale caduta del governo.

Si attendono giorni davvero infuocati a Palazzo Madama, dove le divergenze tra Movimento 5 Stelle e Lega potrebbero essere piuttosto notevoli. Le forze di maggioranza partono divise sulla questione Tav, con il premier Giuseppe Conte che ha garantito la convenienza del progetto, i leghisti assolutamente favorevoli e i grillini radicalmente contrari.

Questa volta però i toni alti e forti avranno luogo non in una spiagga, in una diretta Facebook o in una televisione, ma in un'Aula del Parlamento.

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