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Salvini: "Per sete di potere Di Maio flirta col Pd"

Il leghista: "Niente governo senza centrodestra". Giorgetti: "Il dialogo col M5s è un fiume carsico"

Salvini: "Per sete di potere Di Maio flirta col Pd"

Roma - Autoescluso? No, Matteo Salvini rilancia e non tradisce gli alleati. Mentre Luigi Di Maio chiude, lui dice che si può riannodare la trattativa con il M5s, ma insieme a Fi e FdI. Oppure chiede l'incarico per trovare in Parlamento una maggioranza che appoggi la coalizione. «Non esiste un governo senza centrodestra».

Al candidato premier grillino il leader della Lega risponde con durezza: «Io irrilevante? Forse voleva dire coerente e leale, visto che lavoro da 40 giorni per formare un governo fedele al voto degli italiani. Amoreggiare con Renzi e col Pd, pur di andare al potere, mi sembra invece irrispettoso nei confronti degli italiani e dei propri elettori. Se vuole smettere di polemizzare e aiutarmi a ricostruire questo Paese io, come leader del centrodestra, sono pronto».

Salvini insiste così tanto, da far pensare che qualche piano in testa ce l'abbia. E non è il solo. «Il dialogo con il M5s scorre come un fiume carsico...». A Montecitorio Giancarlo Giorgetti richiama alla mente il Friuli Venezia Giulia, dove il leader fa campagna elettorale a tappeto sul territorio, per preparare la vittoria di Massimiliano Fedriga, domenica. In questo momento le acque della trattativa sono sotterranee, ma possono riemergere. «Nel fine settimana - dice il numero due della Lega- mi hanno attribuito di tutto, incontri con Casaleggio jr, Di Maio. Mentre io me ne stavo a casa a tagliare l'erba». Il commento di Giorgetti sull'«esplorazione» di Roberto Fico in casa Pd è un po' ironico: «Oggi siamo in tribuna a vedere la partita. Non temiamo nulla. Mal che vada, ci va bene...».

Il Carroccio, dunque, pensa ancora a un esecutivo di centrodestra con i grillini senza rompere con Silvio Berlusconi, anche se i segnali non sono incoraggianti. Dopo qualche apertura sulla politica fiscale, ieri Lorenzo Fioramonti, ministro in pectore dello Sviluppo indicato da Di Maio, ha di nuovo stroncato la flat tax.

Ecco perché Salvini gioca su più tavoli ed è anche pronto alla prospettiva di un governo di minoranza, confida di poter trovare i voti necessari, con uno scouting ampio. L'unica da escludere, ha detto chiaro agli azzurri, è l'alleanza con i dem, anche in un governissimo. E infatti, su Twitter, Salvini posta la sua foto con il pollice verso e il commento: «Pd al governo? No, grazie». Il leader della Lega garantisce: «Farò di tutto perché il voto degli italiani sia rispettato, da Roma e da Bruxelles. P.s. Guarda caso i clandestini tornano a sbarcare...».

L'emergenza immigrazione, per Salvini, rappresenta uno dei motivi per cui è urgente dare all'Italia una guida. Che con l'incarico a Fico si prenda un po' di tempo non gli dispiace, conta che sarà un buco nell'acqua e intanto lui avrà stravinto alle regionali friulane, guadagnando qualche punto in più per rivendicare la premiership al Quirinale. Però, se non si riapre il «forno» con il M5s, «dopo Fico tocca a Salvini», dicono anche da Fi.

Lui non ripete che è pronto ad andare in piazza a Roma contro un rientro dei dem al governo, ma su Twitter, incita gli elettori: «Coerenza e idee chiare! Domenica ogni vostro voto alla Lega in Friuli-Venezia Giulia sarà per mandare a casa Pd e sinistra, e per portare in Regione il nostro modello di Buongoverno. Conto su di voi!», Facebook.

Oggi Salvini non parteciperà a manifestazioni per la ricorrenza del 25 aprile, che per lui negli anni «si è tinta un po' troppo di rosso».

Tornerà in Friuli venerdì, per il tour de force finale: Pordenone, Fiume veneto, Gorizia, Udine e Trieste.

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