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Salvini stanco di Di Maio: "Così è difficile andare avanti"

Matteo Salvini, per ora, non sembra intenzionato a rompere ma, davanti ai più stretti collaboratori, ha sbottato: “Non ne posso più dei loro no, dei litigi e dei paletti. Se l'escalation continua, andare avanti diventa molto complicato”

Salvini stanco di Di Maio: "Così è difficile andare avanti"

Matteo Salvini inizia a non poterne più del suo alleato. Le ultime disperate bordate di Luigi Di Maio stanno mettendo a serio rischio il futuro del governo e della maggioranza che lo sostiene.

Finora il leader della Lega ha tenuto a bada i suoi fedelissimi che scalpitano sempre di più. “Così non si può più andare avanti”, pare aver detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, mentre il ministro Gianmarco Centinaio avverte: “Se si vuole governare bene bisogna condividere e non accusare i colleghi di maggioranza, altrimenti il rischio è di andare a casa”. Ma, per il momento, come si legge sul Corriere della Sera, sebbene la tensione sia sempre più alta, Salvini non sembra intenzionato a rompere ma, davanti ai più stretti collaboratori ha sbottato: “Non ne posso più dei loro no, dei litigi e dei paletti. Se l'escalation continua, andare avanti diventa molto complicato”.

Il timore è che la Lega perda consensi proprio nel suo tradizionale bacino elettorale, il NordEst dove Pd e Forza Italia sperano di recuperare voti. “La gente comincia a dire che Salvini sta tradendo le promesse, perché il governo è a trazione M5S”, dice il deputato veneto Marco Marin. L’ex ministro Carlo Calenda, invece, attacca: “La Lega perde consenso al Nord, perché non stanno facendo niente per i cittadini”. L’Autonomia e la flat tax sono i ‘tasti dolenti’ per Salvini che non sopporta più le frecciate del vicepremier Di Maio “che indeboliscono il governo”. Il riferimento alla polemica sugli alleati in Europa è evidente, ma Salvini è stato capace di rispedirla al mittente ricordando a Di Maio che l’Afd, a Bruxelles, è un suo alleato. La caduta del governo, però, non sarà così imminente: “Se il M5S terrà, fermandosi intorno al 23 o 24%, il governo andrà avanti.

Ma per ripartire bisognerà rivedere gli equilibri a favore dei vincitori, cioè noi”, preannuncia un dirigente della Lega.

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