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Salvini tira dritto e avverte il Quirinale: "Lo ascolto ma il Parlamento è sovrano"

Il vicepremier: "Lo spread ce lo mangiamo, in ginocchio mai"

Salvini tira dritto e avverte il Quirinale: "Lo ascolto ma il Parlamento è sovrano"

Roma - Matteo Salvini tira dritto sull'eventuale correzione della manovra al 2,4%: «Noi ascoltiamo tutti, però il Parlamento è sovrano, c'è un governo che rappresenta la maggioranza assoluta degli italiani, siamo convinti della bontà delle nostre scelte e andiamo fino in fondo». In modo più colorito, in serata dalla festa della Lega a Genova: «Lo spread ce lo mangiamo a colazione, i mercati e i finanzieri cercano di speculare a breve termine, a qualcuno piacerebbe un'Italia in ginocchio».

Il ministro dell'Interno aveva già espresso concetti simili, in forma più istituzionale, alle celebrazioni per i 50 anni dell'Associazione nazionale della Polizia di Stato. E ha aggiunto: «Ripeto al Presidente Mattarella, agli analisti, ai finanzieri, ai burocrati di Bruxelles, che possono stare tranquilli perché io voglio lasciare ai miei figli un'Italia migliore, non un'Italia più indebitata». Per poi puntualizzare: «I mercati sono preoccupati e lo spread sale? Noi abbiamo fatto una manovra per crescita e sviluppo, è una reazione iniziale poi anche i signori dello spread si tranquillizzeranno. I richiami alla Costituzione? Noi rispettiamo tutte le Carte. Da 4 mesi - ha proseguito senza dare segni di cedimento - siamo vittime di pregiudizi: decreto sicurezza, dignità, manovra economica giudicati da gente che non ha neanche letto cosa c'è scritto, quando leggeranno quanto investiamo in scuola, sviluppo, detassazione, capiranno che abbiamo disegnato un'Italia che cresce».

Poi da Genova ha insistito: «Quello che dovevamo fare è in questo documento economico: la legge Fornero, le partite Iva, la pace fiscale con Equitalia». Il ministro dell'Interno ha detto anche che saranno trovati i soldi «per gli aiuti per Genova». E ha annunciato «un piano di assunzioni straordinarie nelle forze dell'ordine per superare i blocchi». Saranno prese 10mila persone entro l'anno prossimo. E ha quindi gettato acqua sul fuoco, parlando coi giornalisti, su eventuali attriti con i 5 stelle. «Siamo in due a governare» ha detto, ricordando che ogni decisione viene presa con Di Maio e Conte.

C'è però chi, nella Lega, pare non essere del tutto d'accordo con quanto detto dal ministro dell'Interno e vicepremier. Il numero due del partito del Carroccio, Giancarlo Giorgetti, non ha usato mezzi termini spiegando che «il governo ha il mandato di rompere col passato, ma con il Colle ci sarà dialogo». Il politico si è mostrato critico con Luigi Di Maio. La manovra non è, infatti, ancora varata e, ha precisato, «se qualcosa non funzionerà, interverremo. Alcune misure - ha detto - potranno essere riscritte, incluso il 2,4% di deficit». Sulla manovra era stato proprio Di Maio a placare gli animi, rassicurando su una tenuta dell'esecutivo, a scanso di qualsiasi equivoco.

Il vicepremier pentastellato ha chiarito che «in Italia c'è un governo forte, compatto e destinato a durare». Per poi specificare che «Pd e Forza Italia non riescono a fare un'opposizione politica e quindi creano terrorismo mediatico per far schizzare lo spread».

Una dichiarazione che a qualcuno non è andata giù, nonostante il segretario della Lega continui a dire che il governo è forte, che nei rapporti con i 5 stelle non c'è frattura.

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