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L'ultimo grido d'allarme del Sap: "Per noi 2 aggressioni al giorno"

Si è svolto a Rimini il nono congresso del Sindacato autonomo di polizia. La denuncia: "Due agenti aggrediti al giorno". Salvini: "Io i miei uomini li difendo"

L'ultimo grido d'allarme del Sap: "Per noi 2 aggressioni al giorno"

"Il sistema che vogliamo tutelare non sempre ci difende". La denuncia arriva dal Sindacato autonomo di polizia (Sap), che durante il nono congresso, tenuto ieri al Palacongressi di Rimini, ha ribadito le difficoltà a cui ogni giorno devono far fronte i poliziotti.

Gli agenti non si sentono sicuri e tutelati e i numeri sono dalla loro parte: da giugno 2019 ad oggi, sono 228 le aggressioni alle forze dell'ordine, circa due al giorno. Numeri che dimostrano "il fallimento di questa politica". "Molto spesso le pretese di sicurezza da parte dei cittadini non combaciano con quelle che sono le nostre reali possibilità", ha detto il segretario generale Sap, aprendo il convegno 'Sicurezza, tra teoria e realtà'.

"Puntiamo su dotazioni idonee", ha aggiunto, citando il taser che "ci consente di non utilizzare la forza e i colleghi che lo hanno provato dicono che su 15 volte in cui viene usato, in 14 casi vi è desistenza". Un risultato che il segretario Sap definisce "straordinario", perché evita agli agenti il contatto fisico. Inoltre, ha ribadito la contrarietà ai numeri identificativi, sottolineando invece la necessità di telecamere, perché "non abbiamo nulla da nascondere".

Ieri, al Palacongressi di Rimini c'era anche il leader della Lega, Matteo Salvini, che ha sottolineato di essere "onorato di aver lavorato al servizio di uomini e donne in divisa" e ha augurato "lunghissima vita al Sap. Vi voglio ringraziare perchè 60 milioni di italiani la mattina si alzano più sicuri e tranquilli grazie a voi...". Poi, l'ex ministro dell'Interno ha acceso i riflettori sull'abitudine di "mettere le centinaia di migliaia di donne e uomini in divisa nello stesso calderone", sottolineando di essersi sempre rifiutato, "da ministro, da senatore e da semplice cittadino", di appoggiare queste pratiche: "Io i miei uomini li difendo sempre e comunque. Io sono fatto così. Un capo non ha il diritto, ma il dovere di dare il buon esempio e di difendere sempre e comunque i suoi uomini, altrimenti non è un capo. Questo fa la differenza".

Presente a Rimini anche Galeazzo Bignami, deputato di Fratelli d'Italia, che osserva: "Chi indossa la divisa non lo fa per uno stipendio, ma perché ci crede, lo fa per qualcosa di più, il valore di servire la nostra patria". E sottolinea il rispetto per le persone in divisa: "Devi portare rispetto soprattutto per ciò che quella divisa rappresenta, ovvero le istituzioni".

Infine, ieri, è intervenuto anche il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, che ha annunciato di aver chiesto "un'indagine conoscitiva presso la Commissione Affari Costituzionali del Senato sulle modalità di intervento delle Forze di Polizia allo scopo di tutelare gli operatori quando hanno a che fare con dei delinquenti e devono sentirsi supportati dallo Stato, non minacciati da magistrati".

Per questo, viene ribadito il no ai codici identificativi per gli agenti.

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