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Sarah Palin perde per il seggio in Alaska. La fedelissima di Trump sconfitta dai Dem

Vittoria della nativa Mary Peltola: è la prima volta in 50 anni che i repubblicani sono sconfitti nello Stato del Nord. Incognita sul Midterm

Sarah Palin perde per il seggio in Alaska. La fedelissima di Trump sconfitta dai Dem

New York. Si allontanano, almeno per ora, le speranze di Sarah Palin di tornare sul palcoscenico della politica americana. Nonostante il sostegno dell'ex presidente Donald Trump, l'ex governatrice repubblicana dell'Alaska, soprannominata la «pitbull col rossetto», ha perso contro la democratica Mary Peltola la gara per il seggio alla Camera rimasto vacante dopo la morte del deputato Don Young. Palin, candidata alla vice presidenza Usa con John McCain nel 2008 (contro Barack Obama e Joe Biden), avrà comunque una seconda possibilità alle elezioni di Midterm, ma per ora Peltola è diventata la prima nativa dello stato eletta in Congresso.

L'Alaska ha utilizzato per la prima volta il sistema di voto a scelta classificata - istituito nel 2020 - ossia invece di votare solo per un candidato, gli elettori esprimono le loro preferenze in ordine fino a quattro, e se nessuno ottiene il 50% il candidato con il minor numero di voti viene eliminato e le sue preferenze sono assegnate alla seconda scelta di chi ha votato il perdente. Il fatto che il terzo classificato Nick Begich sia anche lui un repubblicano (ce n'era un quarto ma si è ritirato prima del voto), faceva pensare che l'ex governatrice fosse in vantaggio, mentre alla fine ha perso di quasi tre punti percentuali (con il 48,5% contro il 51,5% della rivale). Peltola, democratica moderata e amica di famiglia del defunto Young (che ha servito a Capitol Hill per circa mezzo secolo) ha messo a segno uno spostamento di 13 punti percentuali, visto che l'Alaska è uno stato che Trump ha vinto di 10 punti nel 2020. E anche se a novembre, quando si voterà per il mandato pieno, Palin potrebbe ribaltare il risultato, la sua sconfitta è un campanello d'allarme per i repubblicani. Se da un lato i candidati trumpiani hanno spesso battuto gli avversari nelle primarie del Grand Old Party, non stanno facendo altrettanto bene in generale, poiché campagne più divisive ed estreme rischiano di allontanare gli elettori moderati negli stati in bilico. E questo, nonostante i guai giudiziari del tycoon non sembrino per ora aver giovato al gradimento del presidente Joe Biden, potrebbe creare seri problemi nell'obiettivo del Gop di riconquistare il Congresso.

Nel frattempo è arrivato un nuovo colpo per l'ex inquilino della Casa Bianca: la commissione di sorveglianza della Camera ha annunciato di aver raggiunto un accordo con The Donald per la consegna di una serie di documenti finanziari, oggetto di un contenzioso che va avanti dal 2019. Secondo la Cnn in base all'intesa, la società di contabilità della Trump Organization (Mazars) deve presentare le carte tra cui anche le dichiarazioni fiscali. «Trump ha accettato di non ricorrere in appello e Mazars Usa ha accettato di rispettare l'ordine del tribunale e presentare i documenti il più rapidamente possibile», si legge in una nota della commissione. Mentre sul fronte dei documenti sequestrati dall'Fbi nella perquisizione a Mar-a-Lago, gli avvocati del tycoon hanno indirettamente ammesso che nella sua residenza in Florida ci fossero carte riservate: nella risposta al nuovo documento del dipartimento di Giustizia - fa sapere sempre la Cnn - i legali sostengono come «il fatto che tra i documenti presidenziali ci fossero carte top secret non deve destare allarme».

E ancora sottolineano che gli Archivi Nazionali «dovevano aspettarsi che nelle 15 scatole» che Trump ha consegnato a gennaio ci fosse «materiale classificato perché erano carte presidenziali».

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