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La sardina fa l'anti Salvini solo per aiutare gli affari della cooperativa amica

Santori invoca l'abolizione dei dl Sicurezza. Il motivo? "Sono scomparsi posti di lavoro..."

La sardina fa l'anti Salvini solo per aiutare gli affari della cooperativa amica

È tornato in televisione e ha parlato della materialità dei corpi come un filosofo hegeliano («Abbiamo riscoperto i corpi fisici nello spazio»), ed evidentemente sotto influsso di Nicola Zingaretti, segretario che vuole cambiare nome al Pd per chiamarlo Pd nuovo, anche Mattia Santori ha rivelato che l'otto marzo potrebbe tenersi il primo congresso delle sardine che non si chiamerà congresso, bensì bilancio.

C'è voluta questa lunghissima introduzione prima che Santori riuscisse a formulare la domanda identitaria: «Vogliamo altri vent'anni di salvinismo?» e chiedere «la discontinuità sui decreti sicurezza rispetto al modo gretto di fare politica di Salvini». E insomma, solamente quando Lucia Annunziata nella sua trasmissione Mezz'Ora in più (quarta intervista a Santori: «Sono certa che la chiamerò Sartori come il grande politologo. Avete scritto cose molto belle. A proposito, chi le scrive?») gli ha chiesto cosa ne pensasse dei decreti, solo allora Santori ha spiegato la vera ragione per cui li vuole abolire. Eravamo certi che ne avrebbe chiesto la cancellazione per presunte barbarie, quelle che le Sardine, legittimamente, hanno rimproverato in piazza all'ex ministro, e invece abbiamo scoperto che ne chiede la soppressione per rilanciare l'economia dell'accoglienza: l'immigrazione come la flat tax.

Sconvolto dalla perturbazione economica e dagli effetti che questi decreti hanno causato alle cooperative impegnate nel sociale («Abbiamo una cooperativa sociale che per noi ha costruito le famose sardine solidali»), Santori ha illustrato i guasti della stagnazione salviniana, la scomparsa di numerosi posti di lavoro: «Faccio l'esempio di questa cooperativa e dei loro lavoratori assunti. Con questi decreti sono stati costretti ad andare via perché sono venuti meno il permesso di soggiorno e le garanzie di rimanere. Adesso fanno parte di quel mare, il mare di quelli che sono diventati invisibili».

Faceva riferimento all'associazione bolognese Vicini d'Istanti nata nel 2017 per favorire l'integrazione dei richiedenti asilo, associazione che collabora, a sua volta, con la cooperativa Arca di Noè (109 dipendenti), impegnata nel sociale, ma che gestisce anche birrifici, ristoranti, impianti fotovoltaici con ricavi dichiarati nel 2018 (leggiamo dal loro bilancio) per oltre sei milioni di euro. Non si vuole dire, come banalmente troppi scrivono, che le cooperative che lavorano con i migranti siano tutte caverne di profitti e magazzini di carne umana. E però, da Santori, che venne spinto a furor di piazza, era quella di San Giovanni a Roma, e coperto di fischi, a mutare la richiesta («Chiediamo la modifica. Piano, piano! Avete ragione, non la modifica, ma l'abolizione dei decreti sicurezza») ci si attendeva la domanda di abolizione per disumanità, anziché la cancellazione per rilanciare il Pil, l'accoglienza come capitale.

Dichiarato questo ultimo aspetto addirittura «dirimente», Santori ha pizzicato il Pd con cui tuttavia non esclude di allearsi, («È il partito che più ci ha dato ascolto e mostra un'apertura verso di noi. Ma è troppo presto per decidere») malgrado sia troppo tiepido, proprio sull'immigrazione al punto che «non si nota discontinuità rispetto alla politica di Salvini».

Da ieri non più un sequestratore di migranti, ma solo un uomo che frena l'accoglienza come libera impresa.

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