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Sbarchi, invasione senza fine: le Regioni del Nord in rivolta

Da sabato soccorsi 10mila clandestini. Alfano al lavoro per smistarli in tutta Italia. Maroni e Zaia: "Da noi zero posti"

Sbarchi, invasione senza fine: le Regioni del Nord in rivolta

Un'invasione senza fine. Solo ieri sono stati soccorsi 1.511 immigrati. Il Centro Nazionale di Soccorso della Guardia Costiera a Roma ha coordinato ben dodici operazioni per andarli a prendere e portarli in Italia. Una folla di disperati che va ad aggiungersi agli 8.480 clandestini salvati nei giorni scorsi per un totale di quasi diecimila persone soccorse. Nessun respingimento: le frontiere del Belpaese sono completamente aperte. Il ministro dell'Interno Angelino Alfano si preoccupa solo di far posto per i nuovi arrivati: attiva i prefetti per smistarli in tutte le Regioni, soprattutto in quelle del Nord. Ma proprio in Lombardia e Veneto trova la porta chiusa: "Da noi - hanno detto i governatori Luca Zaia e Roberto Maroni - non c'è posto".

Le cifre che circolano al Viminale sono spaventose. In Libia ci sarebbero tra 500mila e un milione di disperati pronti a prendere il largo. "La situazione per l'estate si prospetta preoccupante, ma faremo la nostra parte - annunciava la scorsa settimana il capo dipartimento immigrazione del Viminale, Mario Morcone - quest'anno vivremo una grande difficoltà, che dovremo affrontare in maniera civile, con la partecipazione di chi ha il governo dei territori". L'obiettivo del ministero è ottenere un'equa distribuzione dei clandestini in tutte le regioni del Paese. Ad oggi il 50% degli immigrati in carico al sistema di accoglienza è, infatti, concentrato nelle cinque regioni del Sud. Per questo, in seguito alla nuova ondata di sbarchi, Alfano ha attivato i prefetti per trovare una sistemazione a tutti quanti. E il disegno è spedirli tutti al Nord.

Anche se negli ultimi giorni ne sono già sbarcati più di 10mila, Alfano si sta premurando di piazzare una prima ondata di 6.500 africani. Al Piemonte, alla Lombardia, al Veneto, alla Toscana e all'Emilia Romagna ne sono stati destinati (per ora) 700 a testa. Una enormità. Anche la Campania, dove ne arriveranno altri 700, non se la passa bene. La Liguria dovrà sistemare 200 clandestini, la Valle d'Aosta 50, il Trentino 100 e il Friuli Venezsia Giulia 200. E ancora: 250 immigrati finiranno nelle Marche, 100 in Umbria, 150 in Abruzzo e 100 in Molise. Tutt'altra musica per il Sud Italia. La Sicilia accoglierà "solo" 100 extracomunitari, la Calabria 200, la Puglia 300, la Basilicata 100 e la Sardegna 200. Numeri che, però, andavano bene fino a ieri. Perché gli sbarchi non si arrestano. Tanto che Alfano sta addirittura pensando di sistemarli nelle tende.

Il Nord Italia ha già chiuso la porta in faccia ad Alfano. Il primo a sbattere i pugni sul tavolo è stato Zaia: "Basta a un’operazione di sostanziale fiancheggiamento dei trafficanti di uomini e delle loro reti criminali; basta ai morti gettati in pasto ai pesci; basta all’ipocrisia di un’Europa solidale solo a parole ma granitica nel negare la disponibilità a farsi carico per quota parte dei immiganti". Il governatore veneto non è disposto a far saltare un solo posto in più. "Ogni soluzione impositiva, altro non sarà che l’ennesimo atto ostile del governo centrale contro i territori - spiega - e in particolare contro il Veneto che già ospita più di 500 mila immigrati che, al pari dei residenti, stanno soffrendo una crisi epocale. Stessa musica anche dalla Lombardia.

"Non ci stiamo a subire quest’invasione - mette in chiaro Maroni - quindi zero posti in Lombardia finché continuerà questo atteggiamento irresponsabile da parte del governo".

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