Cronaca locale

Scale mobili sabotate: "Passeggeri a rischio"

Sospesi quattro dirigenti Atac e Metroroma A ottobre rimasero feriti 24 tifosi russi

Scale mobili sabotate: "Passeggeri a rischio"

«La scala mobile? L'ha ponticellata». Quattro indagati, tre dirigenti Atac e l'amministratore della Metroroma sospesi un anno dal servizio. Hanno boicottato i sistemi di sicurezza, modificato i codici di allarme, bloccato i freni di emergenza degli impianti di discesa e risalita alle stazioni metro di Roma Repubblica e Barberini.

Nonostante una commessa da 23 milioni di euro per la manutenzione della linea, falsificando gli ordini di servizio non hanno effettuato i lavori di verifica e manutenzione. Per evitare problemi, «scientemente» sottolinea il gip Massimo Di Lauro, sabotavano gli impianti con la «compiacenza dei supervisori Atac che avrebbero dovuto vigilare sull'appalto». Il caso scoppia il 23 ottobre 2018 con la trasferta nella capitale di tifosi russi, ucraini e della Repubblica Ceca diretti allo stadio Olimpico per la partita di calcio A.S. Roma-CSKA Mosca. Carica di gente, improvvisamente la scala mobile alla stazione Repubblica aumenta la velocità crollando su sé stessa. I viaggiatori restano schiacciati. Risultato: 24 feriti di cui tre in gravi condizioni.

Immediata, all'epoca, la risposta della sindaca Raggi. «Gli stranieri, sono stati loro, ballando, a far precipitare l'impianto». Una versione che non convince tanto che la Procura apre un'inchiesta. Dopo due anni ecco i nomi dei responsabili: Renato D'Amico, 64 anni, direttore di esercizio Atac delle line metropolitane A e B, Ettore Bucci, 49 anni, responsabile unico per l'Atac dell'appalto alla Metroroma s.c.a.r.l., Alessandro Galeotti, 44 anni, responsabile Atac per gli impianti di Repubblica e Barberini, Giuseppe Ottuso, 57 anni, amministratore Metroroma. È lui, Ottuso, a impartire precise disposizioni «volte a porre in essere le dette manomissioni, occultarle in caso di verifiche e controlli, altresì certificando l'esecuzione di manutenzioni non effettuate o eseguite in maniera incompleta» si legge sull'ordinanza.

Le indagini della squadra mobile romana sono segnate da una serie di eventi catastrofici che si susseguono sulla linea della metropolitana. Dopo il primo grave incidente i quattro non mollano e continuano a manomettere gli impianti di risalita. Come alla fermata Barberini. «Nonostante il grave evento verificatosi presso la stazione metropolitana Repubblica - scrive ancora il gip - e la consapevolezza da parte degli indagati di essere sottoposti a indagine, non adottavano alcuna condotta per la salvaguardia della sicurezza degli utenti () tanto che il 21 marzo si verifica un sinistro alla scala mobile n. 330 della stazione metropolitana Barberini». Il perito scopre che a Repubblica hanno manomesso il freno di emergenza, omesso di registrare il freno di servizio, modificato i parametri di memorizzazione dei codici guasto.

Come? Escludendo uno dei due cunei del freno di emergenza con delle fascette in plastica che hanno impedito al meccanismo di rilasciare il cuneo.

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