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Lo scandalo dei 3.200 immobili spariti

Con la fine dei Ds il patrimonio finito in fondazioni e associazioni. Rivalsa impossibile

Lo scandalo dei 3.200 immobili spariti

Si tratta di un patrimonio enorme, a occhio di 3.200 immobili, finiti chissà dove e serviti per la garanzia data dalla presidenza del Consiglio dei ministri per salvare L'Unità.

Nella relazione Ctu fatta dall'ingegner Marco De Angelis su richiesta del Tribunale di Roma appare chiaro che sono finiti in fondazioni o altro e che, quindi, la scatola è totalmente vuota.

Il perito è riuscito a recuperare informazioni effettive su 250 unità, un campione del totale. La ricerca è stata estesa alle varie federazioni dei Ds presenti sul territorio nazionale. Un lavoro certosino, che avrebbe potuto riguardare anche circoli Arci e sportivi, ma che di fatto ha portato all'individuazione solo di una parte delle ex proprietà immobiliari del partito da cui è nato l'attuale Pd.

Il perito dice che «al momento dell'escussione della garanzia esistevano 1.651 unità immobiliari tra catasto fabbricati e catasto terreni». Questo al 2008. A marzo 2009 erano scesi a 1.002 e ad aprile 2009 a 994. Ma i bene informati assicurano che sono molti di più.

Nel testo si legge chiaramente che «a partire dall'aprile 2007 le singole federazioni provinciali dei Ds, su indicazione della sede centrale, costituiscono delle fondazioni alle quali viene donato a titolo gratuito l'intero patrimonio immobiliare».

Gli enti territoriali hanno quindi ceduto gli immobili alle fondazioni. Un'operazione probabilmente pensata e ben studiata, così da rendere il patrimonio immobiliare dei Ds una scatola vuota. «Dall'analisi delle trascrizioni - si legge poi - delle costituzioni di fondazioni, si evince che all'atto della costituzione delle fondazioni erano stati donati 983 unità immobiliari e 156 terreni».

Il totale dei beni donati ammonta a 1.736 unità (1.506 immobili e 230 terreni). Ciò significa che al momento dell'escussione di garanzia questi beni erano di proprietà dei Ds, ma intestati a fondazioni.

Il primo quesito del giudice chiedeva che si verificasse l'effettiva appartenenza degli immobili ai Ds al momento della presentazione della garanzia.

L'elenco è stato ripreso «dal contratto di cessione del complesso aziendale de L'Unità al 30 dicembre 1997 con cui L'Unità spa in liquidazione cede alla Beta immobiliare srl (legata ai Ds, ndr) il proprio complesso aziendale immobiliare». Vi sono palazzi e appartamenti a Napoli, Villa San Giovanni, Roma, Bergamo, Tivoli, Lucca. C'è persino la sede di via delle Botteghe oscure. Che a oggi non appartiene più al partito. Ma ci sono appartamenti e case anche in piazza Campitelli a Roma, in via dell'Aracoeli, in via Coghetti e via Leoncavallo a Bergamo, in piazza Francesco Napoli a Palermo (dove c'era la sede de L'Ora, ndr), in via Fulvio Testi e via Giovanni Suzzani a Milano e molti altri.

«Alcuni sono stati venduti - si legge ancora - prima di tale data (3 agosto 2000) e pertanto non potevano essere oggetto della prestazione di garanzia».

Nella perizia l'ingegnere specifica chiaramente che «gli immobili che possono farsi risalire ai Ds al momento dell'escussione della garanzia (giugno 2008) sono innumerevoli, ma a quel momento la quasi totalità degli immobili dell'elenco dell'accollo non erano più di proprietà dei Democratici di sinistra o di persone giuridiche risalenti a essi».

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