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Lo scandalo ligure di cui Grillo non parla

Come Mps, il caso Carige è un mix di politica e malaffare. Ma M5s non lo cavalca

Lo scandalo ligure di cui Grillo non parla

Siena e Genova, Mps e Carige. Così vicine eppure così lontane nei pensieri della politica. Che ha sempre tenuto mani e occhi saldi sui destini del Monte senese poi finito sotto il controllo dello Stato, ma ha abbandonato la nave genovese quando è diventato chiaro anche alle procure l'ammutinamento della gestione Berneschi. Su quella nave erano saliti tutti: dalla sinistra rossa delle coop e di Burlando al centrodestra di Scajola passando per Beppe Grillo che a Genova è nato. Ma che stranamente per la banca della sua città non si è consumato davanti alle telecamere come ha fatto per Mps.

Chi si è mosso, eccome, è stato invece l'altro Grillo, Luigi, il senatore amico delle banche di La Spezia. Facciamo un salto indietro nel tempo, a quando la segretaria dell'allora presidente sovrano Giovanni Berneschi annotava centinaia di raccomandazioni per posti di lavoro, promozioni, incarichi. E a fianco di ogni nome, quello di chi segnalava. Scuderie degli onnipresenti Scajola e, a sinistra, di Claudio Burlando e Claudio Montaldo, ex presidente ed ex assessore alla sanità della Regione Liguria. C'era anche un anonimo segnalatore indicato come "Segreteria presidente della Repubblica" dell'epoca Napolitano. Chiudevano l'elenco i segnalatori della Curia. In primis l'ex cardinale vescovo di Genova e poi segretario di Stato Tarcisio Bertone, poi altri sacerdoti, e infine monsignor Luigi Molinari, delegato della Curia di Genova ai problemi del lavoro. E compariva pure il nome di Marco Simeon, ex consigliere Carige e ambasciatore in Vaticano per Mediobanca.

Già negli anni Sessanta la Liguria era stata sottomessa dal triangolo d'oro - Angelo Costa (presidente di Confindustria), Paolo Emilio Taviani (pluriministro Dc) e il Cardinale Giuseppe Siri - controbilanciato dal Pci granitico dei portuali e degli operai che fecero cadere il governo Tambroni. Il triangolo diventa poi un rombo quando arriva Berneschi e tesse una fitta tela di affari grazie al patto di ferro con Scajola (il fratello Alessandro era il vicepresidente della banca), ma anche con il Pd di Burlando in tandem con la Curia di Bertone. Lavorando sulla Imperia bianca per equilibrare i numeri della Genova rossa e delle Coop.

Ancora oggi in cda siede Remo Checconi, classe '32, ex presidente Banec, la banca della lega rossa ceduta negli anni 90 a Unipol e già presidente di Coop Liguria e di Banca Unipol, l'uomo a cui si era rivolto Berneschi per agganciare Giovanni Consorte. Checconi ha fatto parte anche del comitato esecutivo di Carige, e ha tenuto negli anni i contatti con la nuova gestione della compagnia di via Stalingrado affidata a Carlo Cimbri. Come a Siena, dove il patron di Unicoop Firenze Turiddo Campaini era arrivato a occupare la poltrona di vicepresidente di Rocca Salimbeni. E come per Mps, anche in Carige clientele e relazioni sono state coltivate attraverso la Fondazione dove dentro c'era di tutto. E sempre come a Siena l'ente, che inizialmente aveva il controllo della banca con quasi il 50%, è stato costretto a diluirsi e a perderlo. Pagando il prezzo del dissesto: la Fondazione, scesa già nel 2014 al 29,8%, chiude il bilancio 2013 con una maxiperdita di 926 milioni per la svalutazione della quota in banca e accende un faro sulla vecchia gestione che ha bruciato il patrimonio, sprofondato da oltre un miliardo di euro ad appena una novantina di milioni. Le azioni di Carige, in bilancio ad 1,35 euro, vengono svalutate di circa il 70% a 0,43 euro. Ebbene, nessuno - da sinistra a destra passando per il Vaticano - ha mosso un dito per salvare la banca. Nemmeno Beppe Grillo.

Scorrendo l'archivio dell'agenzia Ansa dagli anni Ottanta a oggi non compare nemmeno una dichiarazione del comico genovese poi diventato capo dei 5 Stelle. Eppure i grovigli bancari, sempre a partire da Siena, sono uno dei cavalli di battaglia del movimento. Ma ha perso però la voce con Berneschi.

Il banchie arrivato da San Fruttuoso dove in gioventù aveva fatto amicizia, dicono a Genova, proprio con il giovane Beppe.

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