Cronache

Scavalca il cancello per il rave: morto

Un 26enne è rimasto gravemente ferito all'arteria femorale: soccorsi inutili

Scavalca il cancello per il rave: morto

Roma - Muore dopo 36 ore di agonia. Francesco Ginese, 26 anni, in rianimazione dopo essere scivolato sulla cancellata dell'Università la Sapienza, è morto ieri pomeriggio. Gravemente ferito all'arteria femorale, aveva cercato di entrare nell'Ateneo assieme ad altri ragazzi.

Venerdì c'era la Notte Bianca sul piazzale della Minerva, una delle tante feste illegali organizzate dai collettivi della sinistra universitaria. Francesco con altri due amici si arrampica sul cancello del varco 2, al 30 di viale dell'Università. I tre, però, sbagliano: il vialetto non porta sul piazzale dove si sta svolgendo la festa. «Sentivamo la musica - racconteranno gli amici - ma non trovavamo il modo di entrare. Così abbiamo deciso di uscire e tornare indietro». Scavalcando di nuovo Francesco perde l'equilibro. Quando arriva l'ambulanza dal vicinissimo policlinico Umberto I le condizioni del giovane sono disperate. Perde sangue a fiotti e i medici lo sottopongono a trasfusione e a due interventi chirurgici. Un ragazzo tranquillo Francesco. Da Foggia arriva nella capitale per studiare, si laurea alla Luiss in politica internazionale e lavora per una multinazionale. La polizia, come accade dopo ogni rave nella prima Università romana, invia l'informativa in Procura allegando le immagini video delle telecamere di sorveglianza. Informativa seguita da una seconda con il drammatico aggiornamento.

Per molti, questa dei rave alla città universitaria, è storia vecchia. La conosce bene il Rettore e i magistrati romani ai quali regolarmente arrivano i rapporti del commissariato interno e della Digos. Feste illegali ma ben tollerate, a tal punto che i giovani organizzatori l'altra sera piazzano un banchetto all'entrata principale, sul piazzale Aldo Moro, per la raccolta fondi. In pratica una sottoscrizione «volontaria» di almeno tre euro per partecipare alle danze. Musica e alcol a fiumi a prezzi popolari. Proprio per evitare di pagare il biglietto, quasi per gioco, Francesco decide di imboccare un'entrata secondaria. I genitori, Roberto e Concetta, dalla Puglia si precipitano nella capitale subito dopo l'incidente. Il padre fa il cancelliere in Procura, la mamma è impegnata in un centro per poveri. Francesco aveva altri quattro fratelli.

Distrutti dal dolore, ieri pomeriggio hanno organizzato una messa nella cappella universitaria.

Una goliardata costa la vita anche a Florian Cercel, 20 anni, di Nettuno. Il giovane di origine romene, assieme ad altri quattro amici fra i quali il fratello di 16 anni e una ragazza, sabato notte entra all'interno della stazione ferroviaria. Sale sul tetto di un vagone fermo, Florian. Gli altri lo filmano mentre fa l'acrobata. Improvvisamente Flo decide di appendersi ai cavi dell'alta tensione che alimentano il locomotore.

La scarica di 3600 Volt non lascia scampo. Per il medico legale il 20enne, che vive sul litorale con la nonna, muore sul colpo.

I carabinieri inviano un'informativa alla Procura di Velletri che ha aperto un'inchiesta.

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