Guerra in Israele

Netanyahu non cede: "L'autodifesa è un diritto". L'Iran prepara i jet russi. Hezbollah attacca a Nord

Mentre la comunità internazionale cerca di frenare una ritorsione di Israele sull'Iran che rischia di trascinare il Medio Oriente in una spirale di conflitti, Benjamin Netanyahu va avanti per la sua strada

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Mentre la comunità internazionale cerca di frenare una ritorsione di Israele sull'Iran che rischia di trascinare il Medio Oriente in una spirale di conflitti, Benjamin Netanyahu va avanti per la sua strada e prepara la riposta contro Teheran, riaffermando il suo «diritto all'autodifesa». «Apprezzo tutti i tipi di suggerimenti e di consigli, ma voglio che sia chiaro: prenderemo le nostre decisioni e Israele farà tutto il necessario per difendersi», ha detto il premier dopo aver incontrato il ministro degli Esteri britannico David Cameron e la collega tedesca Annalena Baerbock, arrivati a Gerusalemme per chiedere di evitare un'escalation nella regione. Cameron ha usato un argomento che da giorni molti analisti israeliani, e anche ministri, invocano nell'invitare Netanyahu alla prudenza. «Meglio essere intelligenti piuttosto che duri. La vera necessità - ha osservato - è tornare a concentrarsi su Hamas, sugli ostaggi, sull'arrivo degli aiuti, su una pausa nel conflitto a Gaza». Il capo della diplomazia di Londra, comunque, spera «si faccia in modo che si aggravi il meno possibile la situazione». «Ho chiarito nei colloqui in Israele che il Medio Oriente non deve scivolare in una situazione che non ha una fine certa. Occorre la massima moderazione. Non è cedere, ma evitare una guerra regionale», ha esortato da parte sua Baerbock.

Gli Usa, intanto, come ripetuto da un funzionario dell'amministrazione Biden alla Cbs, continuano a sostenere che la risposta di Tel Aviv includerà «un attacco limitato» sul territorio della Repubblica islamica. Anche se il portavoce dell'esercito israeliano, il contrammiraglio Daniel Hagari, ha riaffermato che «non possiamo restare a guardare di fronte a tale aggressione, l'Iran non ne uscirà indenne», ma non ha specificato che forma potrebbe assumere tale risposta. Dall'Iran, tuttavia, il presidente Ebrahim Raisi ha avvertito che «l'attacco contro Israele è stata un'azione limitata e punitiva contro il regime, ma se i sionisti intraprenderanno qualsiasi azione contro i nostri interessi, la risposta sarà più dura». E rivolto agli Stati della regione, ha spiegato che «invece di avere legami con Israele, dovrebbero fare affidamento sulle proprie risorse e sulle forze musulmane».

Il comandante delle forze aeree dell'Esercito Hamid Vahedi, da parte sua, ha avvisato i «nemici di non commettere alcun errore strategico, perché l'Iran è pronto a colpirli, soprattutto con i caccia Sukhoi-24, i bombardieri tattici supersonici russi», paventando un duello aereo nei cieli del Medio Oriente fra i jet di epoca sovietica e gli F35 e F16 israeliani. Secondo il Wall Street Journal, nel frattempo, l'Iran ha completamente evacuato alcune sue basi in Siria, mentre altre vengono liberate solo di notte, quando si teme che sia più probabile che un attacco delle forze di Netanyahu.

E oltre alla minaccia proveniente dall'Iran e alla guerra con Hamas nella Striscia di Gaza, Israele deve affrontare anche l'escalation al confine con il Libano. Hezbollah ieri ha annunciato di aver colpito una base militare nel nord del paese con droni e missili, in risposta agli attacchi che il giorno prima avevano ucciso tre dei suoi combattenti. Mentre l'esercito di Tel Aviv ha confermato un attacco di Hezbollah nella cittadina di Arab al-Aramashe in Galilea, dove hanno centrato un palazzo. Nei raid sono rimasti feriti quattordici soldati israeliani, sei dei quali gravemente. Come rappresaglia l'Idf ha colpito «le fonti del fuoco» oltre il confine.

Aerei dell'aviazione hanno centrato «un complesso militare Hezbollah nell'area di Ayta ash Shab nel Libano del sud, da dove i terroristi stavano operando».

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