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Schettino indigna, i cattivi maestri no

Bufera per la sua lezione all'università di Roma, interviene il ministro. E quando in cattedra andava Curcio?

Schettino indigna, i cattivi maestri no

La lezione del professor Francesco Schettino. L'ultimo, solo l'ultimo, di una lunga serie di cattivi maestri. Il comandante della Costa Concordia tiene una miniconferenza dal titolo surreale, quasi tragicomico: gestione del panico. Pare uno scherzo, succede per davvero. Un seminario sotto il mantello della Sapienza, una delle più prestigiose università d'Italia. E così, inevitabilmente, Schettino diventa il fiammifero che accende d'indignazione il Palazzo e innesca uno scaricabarile all'italiana. Senza fine. L'incontro pare orfano di padre. Eppure Schettino, sotto processo a Grosseto per il disastro del Giglio e la morte di 32 persone, viene sdoganato e parla, sia pure per pochi minuti, dopo la proiezione di un filmato in 3D che ricostruisce il dramma.

«Sono stato chiamato - è la sua difesa con il quotidiano la Nazione - perchè sono un esperto. Dovevo illustrare la gestione del controllo del panico, o meglio qual è la componente umana in situazioni del genere. D'altronde ho viaggiato in ogni mare del mondo, so come ci si comporta in casi del genere, come bisogna reagire quando ci sono equipaggi di etnie diverse». Parole che si commentano da sè perchè Schettino prima ha spinto la nave dove non avrebbe dovuto, poi, dopo il botto, se l'è svignata tuffandosi sulla prima scialuppa disponibile e non ha cambiato idea nemmeno davanti alla insistenze di Gregorio De Falco che gli gridava il celebre: «Torni a bordo, c...“

L'avvocato Cataldo Calabretta, civilista, prova a smorzare i toni: «Schettino si è limitato a commentare un video sul naufragio della Costa Concordia». Ma il vocabolario minimalista non basta per spegnere l'incendio. E' tutto un coro, altissimo. Toni che non si erano sentiti, in verità, quando a salire in cattedra erano stati gli ex terroristi. Renato Curcio a Lecce, Toni Negri a Padova, Valerio Morucci, atteso proprio alla Sapienza che lo scaricò in extremis. Il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini definisce il fatto «sconcertante». E attacca: «L'autonomia universitaria non può essere declinata in spregio alle famiglie delle vittime della tragedia che rappresenta ancora una ferita aperta per il Paese». E il rettore della Sapienza Luigi Frati prende le distanze dall'iniziativa del direttore del master, Vincenzo Mastronardi: «La Sapienza condanna fermamente il grave episodio e deferisce immediatamente il professor Mastronardi al comitato etico perchè ne valuti i profili, anche ai fini disciplinari». Frati cerca così di rimediare allo schiaffo ricevuto dall'istituzione, ma anche Mastronardi, titolare della cattedra di psicopatologia forense e volto televisivo, si allontana dal fuoco: «Abbiamo proposto le ricostruzioni in 3D di varie scene del crimine fra cui quella della Concordia. Saputolo, gli avvocati di Schettino mi hanno telefonato per comunicarmi che per par condicio ritenevano opportuno intervenire anche loro. Poi a sorpresa si è presentato Schettino che ha parlato per soli 10 minuti». Il contenuto? Da par suo: «Ha chiarito che se si fossero messe le ancore la nave sarebbe calata immediatamente a picco e che nella gestione della psicologia delle emergenze non poteva dare l'allarme per non seminare il panico». Un quasi eroe, dunque, o meglio un personaggio dai nervi d'acciaio e non la mezza macchietta passata direttamente dai brindisi galanti con la fascinosa moldava alla fuga ignominiosa su una scialuppa, con corredo di frasi gergali da fumetto napoletano.

«Comunque - è la chiusa autoassolutoria di Mastroanardi - non era un master ma un'iniziativa riservata agli esperti svolta non in una università ma al Circolo ufficiali dell'Aeronautica».

Il domino delle responsabilità prosegue. Ma l'album dei cattivi maestri ha tante altre pagine. Anche peggiori. Un'offesa alla memoria e al sangue versato.

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