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Schiaffo del governo agli insegnanti: la tredicesima è di appena un euro

Altro che Buona scuola: Matteo Renzi si riempie la bocca di belle parole sulla scuola ma i pagamenti dei docenti sono in ritardo e per Natale arriva l'ultima beffa

Il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini
Il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini

Ricordate il Matteo Renzi della primavera 2014 che, appena nominato presidente del Consiglio da Giorgio Napolitano, visitava una scuola ogni mercoledì e ripeteva a destra e a manca che la priorità del suo esecutivo era, sarebbe stata e sarebbe rimasta l'istruzione?

L'abitudine della visita agli istituti non ha avuto vita lunga, ma anche gli effetti della riforma della "Buona scuola" sono - quantomeno - controversi. Difficile infatti sostenere che la riforma del sistema scolastico sia efficace, raccogliendo le lamentele degli insegnanti che per dicembre si sono visti riconoscere una tredicesima di appena un euro. A raccontarne la storia non è certo un quotidiano antigovernativo, bensì Repubblica.

Che svela la vicenda dei precari e dei supplenti a cui è stata consegnatea una busta paga, "in attesa di conguaglio", di 202,8 euro di competenze e 201,8 euro di trattenute. A Padova la Cgil ha contato undici "tredicesime beffa", ma pare che i casi registrati nel capoluogo euganeo rappresentino solo la punta dell'iceberg.

La Cgil rivela: "Le segreterie sono oberate da un tourbillon di nuovi contratti, i ritardi della Buona scuola hanno appesantito la macchina. A settembre sono stati bloccati i pagamenti di 80 mila insegnanti per 80 compilazioni irregolari". L’Anief: "Se il 20 dicembre non saranno versati gli arretrati inonderemo i tribunali di ingiunzioni".

Secondo il ministero dell'Economia, però, la colpa è dei colleghi del Miur, che non avrebbe accreditato in tempo i fondi liberati e anzi rallenterebbe le procedure con controlli elaborati. Dal dicastero di Stefania Giannini ricambiano incolpando di tutto gli uffici di Viale XX Settembre. L'11 dicembre un decreto del governo ha messo a bilancio 64 milioni di euro extra, con cui sono stati pagati alcuni stipendi - sebbene non tutti - per i mesi di settembre e ottobre. Le mensilità di novembre e dicembre, invece, necessitano ancora di nuovi stanziamenti.

Ad oggi ci sarebbero, in alcuni casi, delle ore d'insegnamento non pagate che risalgono addirittura a giugno 2014.

Tra chi non riesce a pagare l'affitto e chi non può garantire un pasto caldo al figlio, le storie degli insegnanti dovrebbero far arrossire un governo che si è piccato di fare dei docenti una categoria da difendere e tutelare anche e soprattutto in termini di prestigio sociale. L'obiettivo era lodevole

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