Elezioni Regionali 2015

Schiaffoni a Renzi

Le Regionali dimostrano che il renzismo ha esaurito la sua spinta propulsiva e che il centrodestra è tutt'altro che morto

Schiaffoni a Renzi

Mentre scriviamo lo spoglio è in corso e fidarsi di exit poll o prime proiezioni è cosa pericolosa.

Ma se i risultati finali fossero nell'ordine di grandezza delle previsioni la notizia è che il renzismo ha esaurito la sua spinta propulsiva e che il centrodestra è tutt'altro che morto. E questo indipendentemente da quante regioni, sul filo di lana, andranno alla fine all'uno o all'altro dei due blocchi (potrebbe essere un clamoroso 4 a 3 a fronte di una previsione di 6 a 1 per la sinistra).

Renzi, vero sconfitto di questa tornata con un Pd che crolla al 23%, deve ringraziare il cielo per le scissioni che hanno indebolito Forza Italia, data anzitempo per morta, per l'ennesima volta, dai soliti tromboni che ogni giorno pontificano sui giornali e in tv. Non può essere una coincidenza che dove il centrodestra si presenta al completo nella sua vecchia formazione (vedi Liguria e Umbria) con candidati credibili (come Giovanni Toti e Claudio Ricci), la partita con Renzi e con Grillo (anche lui non fa passi avanti) è aperta a ogni risultato. E non può essere una coincidenza che il buon risultato del centrodestra corrisponda con la ritrovata agibilità politica di Silvio Berlusconi, alla faccia di chi invocava una sua rottamazione come perno e garante della coalizione. A proposito di questo tema, sarà interessante verificare oggi, a spoglio concluso, se la Lega di Salvini è riuscita - come pare per esempio in Toscana, nelle Marche e nella stessa Liguria - a rompere lo steccato delle sue roccheforti del Nord e raccogliere consensi significativi nel centro sud. Da questo dato dipenderanno molte delle scelte future di Silvio Berlusconi.

L'ultima osservazione a caldo è la difficoltà di Renzi a confermare nelle urne lo strapotere che esercita nei palazzi della politica grazie a trucchi e ricatti su una classe politica in balìa della paura di andare a votare e perdere quindi il posto. Immaginiamo che Renzi non tarderà a regolare i conti con i suoi dissidenti e sabotatori. E conoscendolo non avrà difficoltà a farlo.

Gli unici conti che non torneranno più restano quelli tra lui e gli italiani, sempre più scettici di fronte a un nuovismo senza contenuto e vessatorio.

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