Cronache

Schwazer e doping. L'inchiesta rischia il "niente colpevoli"

Cresce l'ipotesi del complotto, ma scaduti i termini per indagare

Schwazer e doping. L'inchiesta rischia il "niente colpevoli"

nostro inviato a Bolzano

Tempo scaduto. Perizia dopo perizia, l'indagine per frode sportiva a carico di Alex Schwazer ha superato (e di molto) ogni limite di durata consentito dal codice. A tre anni di distanza dalla decisione di iscrivere nuovamente il marciatore altoatesino nel registro degli indagati, la Procura di Bolzano si trova davanti ad una scelta secca. Concluso, con l'udienza dell'altro ieri, l'incidente probatorio che ha scandagliato nuovamente i risultati delle urine prelevate a Schwazer a Capodanno 2016, il procuratore Giancarlo Bramante - che conduce personalmente l'indagine - non può più fare alcun atto investigativo, proprio perché i termini sono scaduti. Deve solo tirare le fila. Può scegliere la linea dura contro l'atleta, e portarlo a processo: oppure prendere atto che le prove a suo carico sono uscite compromesse e malconce dall'ultima perizia, condotta dal comandante del Ris Giampietro Lago, e chiedere di archiviare il fascicolo.

In teoria il giudice preliminare Walter Pelino potrebbe imporre una terza via, e accogliere la richiesta della difesa di Schwazer di una ennesima perizia, rinviando alle calende greche la conclusione della vicenda. Improbabile. Così la fotografia finale dell'indagine è quella emersa ieri: l'urina nelle provette è sicuramente quella di Alex e contiene tracce macroscopiche di droga; ma contiene anche concentrazioni di Dna abnormi, dieci o cento volte superiori alla norma, e il colonnello Lago ha ipotizzato apertamente che sia la conseguenza di qualche pasticcio combinato da chi ha manomesso le provette. Se le cose stessero davvero così, la prova sarebbe truccata e il processo impossibile.

Giovedì sera, alla fine dell'udienza, il procuratore Bramante non si sbottona sulle sue intenzioni. Ma sa bene che lo scenario aperto dalla perizia di Lago, che ha fatto entrare ufficialmente nel processo l'ipotesi di un complotto ai danni di Schwazer, apre interrogativi difficilmente eludibili. Chi e perché può avere voluto incastrare il marciatore di Racines? In realtà, c'è un'altra indagine in cui queste domande potrebbero trovare risposta: il fascicolo-bis aperto dalla Procura altoatesina in seguito ad una denuncia dello stesso Schwazer. «Delle indagini le abbiamo fatte», dice Bramante, «ma ovviamente non posso dire quali». Sta di fatto che il fascicolo è stato aperto a carico di ignoti, e contro ignoti risulta ancora registrato. Nessuno dei presunti nemici di Schwazer è stato identificato. E anche per quell'indagine i tempi concessi dal codice sono ormai scaduti da tempo.

Così sul giallo che ha scosso l'atletica italiana, potrebbe alla fine calare la conclusione più ingloriosa: non si sa se Schwazer è colpevole, ma se è innocente non si sa neanche chi abbia tramato contro di lui.

Sipario.

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