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La Scientifica apre il suo "Csi" per la mappa italiana del Dna

Servirà per le indagini e per costruire una banca dati nazionale. Agenti e medici fianco a fianco in ospedale

La Scientifica apre il suo "Csi" per la mappa italiana del Dna

La prima volta in Lombardia? Sembrava un po' riduttivo. Da alcuni giorni infatti dal Viminale si sosteneva si trattasse addirittura della «prima volta al mondo». E ieri il prefetto Franco Gabrielli, direttore generale della Pubblica sicurezza - a Milano per l'occasione insieme al ministro dell'Interno Matteo Salvini, al direttore della polizia scientifica Fausto Lamparelli e al vertice della Direzione centrale anticrimine Vittorio Rizzi, a fianco del presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana e al questore Marcello Cardona - ha assicurato che è davvero un «unicum nel panorama internazionale, un modello che potrà essere esportato anche in altri Paesi». Parliamo del laboratorio di genetica forense della polizia scientifica che entro la primavera del 2019 verrà realizzato all'interno di un ospedale, il Fatebenefratelli di Milano, in una struttura peraltro a due passi dalla questura. I cui biologi, impegnati nel gabinetto della Scientifica, finora sono stati costretti a rivolgersi ai laboratori di Torino e Roma per poter soddisfare in tempi ragionevoli e conformi alle indagini in corso la casistica altissima (circa 300 richieste l'anno da tutta la regione) di accertamenti tecnici di natura biologica, i cosiddetti «accertamenti tecnici irripetibili» da cui ricavare il profilo genetico, cioè il Dna.

Una realtà, quella del polo di genetica milanese, che ha cominciato a prendere corpo formalmente da ieri con la firma dell'accordo, un protocollo d'intesa tra polizia scientifica e Regione Lombardia (che ha stanziato 725 mila euro, mentre l'investimento della polizia dovrebbe arrivare a circa 800mila), insieme a l ministero dell'Interno, al Dipartimento di pubblica sicurezza e all' Azienda socio sanitaria territoriale Fatebenefratelli-Sacco per dare l'avvio poi ai bandi che permetteranno di costituire questa nuova realtà. Per ora solo 200 metri quadrati di stanze vuote, dove domina il linoleum. Che «prima di Pasqua», secondo il crono programma illustrato dal direttore generale dell'azienda socio sanitaria territoriale, Alessandro Visconti, verranno consegnate alla polizia che da quel momento in poi allestirà il laboratorio con apparecchiature molto sofisticate per gestire i processi di lavorazione e installare strumentazioni che soddisfino gli standard della certificazione Iso 17025 affinché i risultati ottenuti possano essere inseriti nella banca dati nazionale dei Dna. «E il fatto che sia dentro l'ospedale è un valore aggiunto, predispone a uno scambio di esperienze fra genetisti che fanno mestieri diversi, arricchirà entrambi perché noi guardiamo alcune aree del Dna e loro altre» ha insistito Rizzi.

Come ha illustrato ieri mattina al Fatebenefratelli Roberto Giuffrida, dal 2003 funzionario alla Scientifica di Milano, sono quattro le fasi che consentono, a partire dalla campionatura eseguita sul reperto di chi ha lasciato la propria traccia genetica sul reperto analizzato - ad esempio un ladro che svaligiando un'abitazione si è ferito perdendo sangue - di arrivare al profilo genetico e poi di confrontarlo con quelli presenti in banca dati o con il profilo di un indagato, se c'è: l'estrazione del Dna, la sua quantificazione, l'amplificazione e infine l'elettroforesi capillare. «Ciascun passaggio deve avvenire in ambienti differenti e per questo servono ampi spazi: bisogna evitare in ogni modo anche la minima eventualità di contaminazioni» avverte Giuffrida.

«È un centro di eccellenza che al Nord Italia mancava, se si eccettua quello di Torino - conclude il governatore Fontana -.

Sarà utile per le indagini, per migliorare ulteriormente l'attività della nostra polizia e promuoverà la ricerca e l'innovazione in campo biomedico, sanitario e della formazione universitaria».

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