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Scioperi, cambia l'aria: "Sanzioni più dure per difendere gli utenti"

L'Autorità: troppi abusi nei servizi pubblici, i mini-sindacati creano eccessivi disagi

Scioperi, cambia l'aria: "Sanzioni più dure per difendere gli utenti"

Il momento deve essergli sembrato quello giusto. Una maggioranza nuova di zecca, attenta agli umori degli italiani e affamata di annunci, non può lasciarsi sfuggire l'occasione di assecondare la rabbia degli utenti dei trasporti. Pendolari funestati dagli appuntamenti quasi fissi con gli scioperi primaverili dei trasporti, di quelli casualmente indetti in mezzo a un ponte. Oppure, ancora peggio, ingannati dalle proteste annunciate e poi revocate all'ultimo momento. Un popolo ancora senza voce.

Per questo il presidente dell'Autorità per gli scioperi Giuseppe Santoro Passarelli ha dedicato la parte centrale della tradizionale relazione al Parlamento ad avanzare al governo alcune proposte per contrastare l'abuso di astensioni dal lavoro.

Sarebbe opportuno, ha spiegato, pensare a un «intervento normativo rivolto alla verifica della rappresentatività sindacale». Poi dare alla stessa Commissione un potere di «differimento motivato dello sciopero». Un modo per tutelare i cittadini e sottrarre alle mini organizzazioni il potere di provocare un danno non proporzionato alle loro dimensioni.

I dati danno bene l'idea di quale sia la situazione. Il numero di scioperi nel settore dei servizi pubblici essenziali nel 2017 (anno che non è stato caratterizzato da vertenze sindacali particolarmente importanti) è risultato «in lieve aumento rispetto al precedente anno: 2.448, rispetto alle 2.352 del 2016».

A seguito delle «revoche spontanee» il numero di astensioni effettive dal lavoro si dimezza. È il risultato del fenomeno tipico del trasporto locale: scioperi annullati all'ultimo momento. Scioperi inutili, dai quali «nessuno appare trarre benefici». Solo danni per gli utenti.

Altra situazione tipo del trasporto pubblico locale: scioperi proclamati con «generiche motivazioni politico-sociali» da piccole sigle, portano le aziende a chiudere gli impianti. I manager non si prendono la responsabilità di fare scelte, i sindacati ottengono quello che vogliono (visibilità e piccoli poteri). A rimetterci sono ancora una volta i cittadini. A Milano, ha ricordato l'autorità, «in occasione di uno sciopero proclamato da un sindacato che in tale azienda conta un solo iscritto, il cui annuncio ha» mandato in tilt la città.

Per questo Santoro Passarelli chiede una norma per misurare il peso dei sindacati. All'Autorità potrebbe essere dato il potere di «raggruppare in un'unica data azioni di sciopero» diverse.

Quindi alzare le sanzioni per i sindacati che abusano del diritto di sciopero, ma anche per le aziende che non tutelano gli utenti. E per queste ultime si potrebbe pensare a mettere in discussione la concessione del servizio pubblico. Negative le reazioni dei sindacati alla relazione.

Ma neppure la maggioranza ha mostrato troppo interesse per il tema. Nessuna reazione alla relazione. Nemmeno il ministro del lavoro Luigi Di Maio, esponente del M5s. Movimento che in alcune realtà, come Roma, ha tra i dipendenti del trasporto locale una bella fetta di elettorato.

Forse un tema troppo populista anche per questa maggioranza.

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