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Scivolone del governatore costretto a riscrivere il libro

Rossi, presidente Pd della Regione Toscana, racconta nel suo saggio l'eccidio di Fucecchio del '44: «Tutti partigiani». Ma erano solo anziani, donne e bambini

Scivolone del governatore costretto a riscrivere il libro

Dev'essere un cruccio della sinistra quello di far confusione con la storia. Matteo Renzi nel suo libro Stil novo , citando la battaglia di Gavinana del 1530, confuse il paese nel Pistoiese, teatro dello scontro, con l'omonimo quartiere di Firenze. Anche il presidente della Regione Toscana, renziano convertito, ci casca. Nel suo libro Viaggio in Toscana , presentato manco a dirlo nella radical chic Capalbio, ha commesso un errore ancor più grave. A pagina 64, nel suo viaggio in Val di Nievole, si avventura su un terreno evidentemente a lui ostile, la storia appunto, accennando all'eccidio del Padule di Fucecchio del 23 agosto 1944 perpetrato dai nazisti in ritirata dal fronte dell'Arno, aiutati dai repubblichini. Il governatore scrive: «... il pensiero va all'eccidio che i nazisti compirono nell'estate del 1944 uccidendo 174 civili, quasi tutti partigiani ritiratisi nel Padule da Pistoia e Firenze per proseguire la lotta di liberazione».

A parte il numero (il tribunale militare di Roma ha compilato un elenco di 176 nomi nella sentenza del maggio 2011 che condannò - inutilmente - tre novantenni), basta scorre l'elenco delle vittime per accorgersi subito che erano bambini, donne, anziani e giovani renitenti alla leva. Gente inerme insomma. Martiri di un'azione di guerra, studiata a tavolino, per creare il terrore tra gli sfollati e non avere, così, problemi nella ritirata. I partigiani qui non c'entravano nulla.

Ad accorgersi del clamoroso scivolone, è uno che Rossi lo conosce bene, Riccardo Cardellicchio, giornalista e scrittore di Fucecchio, ex inviato del Tirreno , massimo esperto di eccidio del Padule, del quale ha scritto un libro, due pièce teatrali e centinaia di articoli. «Non so chi gliel'ha scritto quel libro o su quale documentazione si è basato. Fatto sta che l'errore c'è. Enrico non scrive male. Quando dirigevo il Tirreno di Pontedera a metà degli anni Ottanta, faceva il cronista con me, fresco di laurea. Poi cedette al richiamo della politica, ma secondo me fece un errore. Sarebbe stato più bravo come giornalista che come politico». Dopo che Cardellicchio ha smascherato l'errore di Rossi, è arrivata la sua risposta via Facebook : «Mi spiace per l'errore, di cui chiedo scusa, in particolare alle famiglie delle vittime. Sarà mia premura far correggere questa inesattezza nella prossima ristampa del libro».

Questa poi non è la sola figuraccia del governatore. In Viaggio in Toscana ne commette un'altra di carattere naturalistico. «È un libro pro domo sua - spiega Cardellicchio - Lui che governa la Toscana esalta tutte le eccellenze, tralasciando i problemi. Non guarda il bicchiere mezzo vuoto, ma solo quello mezzo pieno. L'altro errore è ambientale. Rossi scrive che vorrebbe proseguire l'opera del 1700 di Leopoldo Granduca di Toscana, la bonifica del Padule di Fucecchio. Nessuno gli ha detto che quella è l'area umida interna più importante d'Italia, se non d'Europa, e come tale va tutelata». Insomma, non solo bocciato in storia, ma anche in geografia.

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