Cronache

Scomparsi 50 migranti della nave Diciotti E la Caritas li copre

Molti di loro affidati alla Cei nella struttura di Rocca di Papa. Il centro: «Non è una fuga»

Scomparsi 50 migranti della nave Diciotti E la Caritas li copre

Fuggiti. Spariti nel nulla 50 dei 100 migranti della Diciotti. Si tinge ancora una volta di giallo la storia infinita degli eritrei raccolti al largo di Lampedusa dalla Capitaneria di Porto, trattenuti a Catania e trasferiti da Messina al Cas, Centro di Accoglienza Straordinaria, di Rocca di Papa in provincia di Roma.

Secondo il Viminale sei extracomunitari sarebbero scomparsi i primi giorni di permanenza nella struttura dei Frati Oblati, Mondo Migliore, tra il 29 e il 31 agosto, altri due, destinati alla diocesi di Firenze, domenica scorsa, 19 eritrei allontanati il 3 settembre e, infine, gli ultimi 13 richiedenti asilo politico e destinati a varie diocesi, fuggiti martedì (quattro da Messina).

Insomma 36 eritrei dei cento trasferiti a Rocca di Papa, quattro accolti ancora a Messina. Totale quaranta eritrei. Per il direttore del centro gestito dalla cooperativa San Filippo Neri e dalla sua costola diretta, la Auxilium, Domenico Alagia sarebbero diretti nel nord Europa. Stessa idea per la coop ecclesiastica alla quale sono stati affidati i migranti, la Auxilium.

«La struttura non è certo un luogo di detenzione - commenta Francesco Spagnolo della Caritas Italiana - e chiunque è libero di allontanarsi per poi tornare quando vuole». «Non è affatto escluso - conclude - che alcuni di essi possano fare ritorno». Trentaquattro dei cento eritrei ospiti ai Castelli Romani erano già stati trasferiti nei giorni scorsi in varie diocesi italiane.

A cominciare da quella di Milano, dove 8 migranti, quattro uomini e quattro donne, sono stati accolti da Forza Nuova con uno striscione affisso all'ingresso della Caritas ambrosiana. «Cei: da crescete e moltiplicatevi a sbarcate e sostituiteci». Una storia destinata a scatenare polemiche infinite. Secondo il direttore della Caritas che ha seguito da vicino le fasi di arrivo degli eritrei, padre Francesco Soddu, «nessuna fuga». «Si scappa da uno stato di detenzione e non è questo il caso - spiega - nessuno vuole rimanere in Italia». Per padre Soddu i fuggiaschi «potranno chiedere asilo in Italia o all'estero ricominciando quella procedura che era stata avviata nelle nostre strutture».

In particolare fra i 50 allontanati ce ne sarebbero due attesi a Bologna e quattro già arrivati a Frosinone. Nel centro di proprietà della Cei lungo la via dei Laghi, insomma, restano ancora 34 eritrei provenienti dalla nave Diciotti, oltre ai 270 migranti già ospiti del centro. Di questi ultimi 8 sarebbero in partenza per Torino. Fughe permettendo. «Si sono già dileguati 50 dei 144 immigrati maggiorenni affidati alla Cei. Tutti così disperati - sottolineano i sottosegretari all'Interno Stefano Candiani e Nicola Molteni - che hanno preferito rinunciare a vitto e alloggio garantiti per andare chissà dove. È l'ennesima prova che chi sbarca in Italia non sempre scappa dalla fame e dalla guerra, nonostante le bugie della sinistra e di chi usa gli immigrati per fare business».

L'ira del ministro dell'Interno, Matteo Salvini: «Più di 50 degli immigrati sbarcati dalla Diciotti erano così bisognosi di avere protezione, vitto e alloggio, che hanno deciso di allontanarsi e sparire! Ma come, non li avevo sequestrati? È l'ennesima conferma che non tutti quelli che arrivano in Italia sono scheletrini che scappano dalla guerra e dalla fame. Lavorerò ancora di più per cambiare leggi sbagliate e azzerare gli arrivi».

Intanto ieri a Rocca di Papa il cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere del pontefice, ha portato la benedizione di Papa Francesco. Dopo il pranzo nella sala mensa il cardinale ha offerto a tutti i presenti dei gelati. «Un saluto per tutti coloro che partono - ha spiegato il cardinale - L'augurio è che trovino in Italia, dappertutto, un cuore cristiano generoso e che si possano sentire finalmente a casa».

Il cardinale ha donato a tutti i presenti un'immagine di Papa Francesco.

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