Politica

Scontri razziali, gli Usa esplodono

La contea di Saint Louis dichiara lo stato d'emergenza. A Indianapolis la polizia uccide un 15enne nero

Non si placano negli Stati Uniti le tensioni legate agli scontri della polizia con gli afroamericani. A Ferguson, dopo la sparatoria avvenuta durante le manifestazioni in ricordo dell'uccisione, un anno fa, di Michael Brown, diciottenne disarmato ammazzato da un agente bianco, è stato proclamato lo stato di emergenza. E intanto da Indianapolis arriva un nuovo caso: un ragazzo afroamericano di 15 anni, Andrew Green, è stato ucciso ancora da poliziotti a colpi di arma da fuoco. Il giovane non si sarebbe fermato a uno stop, e anzi avrebbe accelerato per scappare a bordo di un'auto probabilmente rubata.

Tensione su tensione, dunque. Che il nuovo caso che si è verificato a Indianapolis – che a sua volta arriva a pochi giorni dalla morte di un altro ragazzo nero, Christian Taylor, ad Arlington per mano di un agente bianco - non farà che intensificare. Tutto è avvenuto, secondo la stampa americana, nella notte di domenica. Secondo quanto riportato da Abc News , il ragazzo era alla guida di un'auto che risultava rubata, con altre persone. Vistosi braccato, avrebbe tentato un'inversione a «u», investendo anche la macchina della polizia. I passeggeri sarebbero fuggiti a piedi, mentre lui si sarebbe rifiutato di scendere, forzando lo stop. I poliziotti, tre, hanno sparato quando il giovane, riporta ancora Abc News , sarebbe sceso dall'auto impugnando una pistola, che non si sa se fosse carica. Gli agenti non hanno azionato le telecamere. La famiglia di Green ha chiesto chiarezza, e ha lanciato un appello agli altri passeggeri dell'auto, perché contribuiscano alla verità, soprattutto a proposito dell'esistenza o meno della pistola. In attesa che le indagini chiariscano la dinamica, i tre agenti sono stati spostati a compiti di tipo amministrativo.

Intanto a Ferguson le manifestazioni pacifiche in ricordo di Michael Brown sono state fonte di ulteriori tensione. La contea di St. Louis ha dichiarato lo stato di emergenza nella città. Lo ha annunciato Steve Stenger, County Executive di St. Louis, «alla luce delle violenze» durante le manifestazioni «e dei disordini nella città di Ferguson». «I recenti atti di violenza – ha aggiunto Stenger – non verranno tollerati in una comunità che ha lavorato instancabilmente nel corso dell'ultimo anno per ricostruire e diventare più forte». I procuratori di Ferguson hanno accusato il 18enne Tyrone Harris, amico di Michael Brown, arrestato e rimasto anche lui gravemente ferito, di avere aperto il fuoco contro la Polizia. Le autorità hanno presentato contro di lui 10 capi d'accusa. Sono stati fermati anche una cinquantina di manifestanti. Le manette sono scattate pure per l'attivista e professore emerito dell'Università di Princeton, Cornel West.

La manifestazione in ricordo del primo anniversario dell'uccisione di Michael Brown era cominciata in maniera tranquilla, con una marcia pacifica. La violenza, secondo la ricostruzione ufficiale della polizia, sarebbe esplosa al calar della sera. Due i gruppi rivali che si sarebbero fronteggiati. E la violenza si sarebbe riversata contro la polizia intervenuta per disperdere i manifestanti. Quattro agenti rimasti coinvolti nella sparatoria sono stati posti in congedo amministrativo.

Condanna per l'escalation di violenza a Ferguson, anche nei confronti della polizia, è stata espressa dal ministro della Giustizia americano, Loretta Lynch: «Condanno in modo fermo la violenza contro la comunità, inclusi gli agenti di polizia».

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