Politica

Lo scoop del «Foglio»

Nel mirino la deputata M5S Carinelli. L'ex Artini: «Violata la posta dei parlamentari»

Paolo BracaliniMilano La linea ufficiale è smentire tutto: la Casaleggio non spia le mail dei parlamentari M5S, è una polemica «creata ad arte» per danneggiare il Movimento che è trasparente, assicura il senatore grillino Vito Crimi che per essere più credibile rende pubblico il suo numero di cellulare in diretta radio. Difesa d'ufficio, cui però si aggiungono nuovi elementi di dubbio sulla spy story Cinque Stelle. E arrivano dall'interno del M5S, con uno sfogo su Facebook della deputata Patrizia Terzoni, che accusa apertamente una collega parlamentare M5S, la bresciana Paola Carinelli, di aver dato le chiavi di accesso delle mail alla Casaleggio Associati: «Paola, perché non dici la verità? - scrive la Terzoni in un post rilanciato dal settimanale Oggi - Hai dato tu le password di modifica del server a un perfetto sconosciuto segnalato da Casaleggio, andando contro le decisioni del direttivo. Lo avevamo assunto noi, come gruppo parlamentare della Camera per cinque giorni, con clausole di riservatezza. Quindi non doveva rispondere allo staff (di Casaleggio, ndr) ma solo a noi, e così non è stato. A causa di questo un perfetto sconosciuto ha avuto accesso a tutte le nostre mail. Abbiamo chiesto che fossi immediatamente sollevata dal ruolo di capogruppo dopo tutto questo». L'accusa alla grillina Carinelli sarebbe condivisa anche da altre parlamentari M5S, Tiziana Ciprini e Tatiana Basilio. L'ex deputato M5S Massimo Artini, ora al Misto dopo essere stato espulso, si occupava delle questioni informatiche per il gruppo e conosce molto bene la vicenda del server parlamentari5stelle.it. In un lungo post sul suo sito Artini ricostruisce la storia. E racconta che nell'ottobre 2014 «si viene a scoprire che il direttivo del gruppo Camera del Movimento 5 Stelle, su richiesta espressa da parte della Casaleggio Associati, per il tramite del capogruppo Paola Carinelli, aveva contrattualizzato con la WR Networks un controllo sul sistema, indicando il nome di un tecnico di fiducia della Casaleggio Associati, come riportato da Paola Carinelli durante la riunione del gruppo Camera del 6 ottobre 2014). Tale tecnico, su spunto della Casaleggio, aveva richiesto pieno accesso al sistema informatico». Dunque, conclude Artini, «è plausibile che possa esserci stata una violazione delle caselle di posta dei singoli parlamentari». Di più: «I rapporti del registro Windows evidenziavano accessi mirati alle caselle di posta elettronica». La senatrice Serenella Fucksia, anche lei ex M5S, racconta di peggio: «Il controllo c'è sempre stato. A me, per spiare sms e conversazioni, hanno persino rubato il cellulare in aula. Ho fatto una denuncia, mai ritrovato. È stato un Cinque stelle del Senato, non ho dubbi. Casaleggio non si fida di nessuno».

E per la prima volta il «guru» M5S potrebbe parlare in Parlamento, dov'è stato chiamato per un'audizione (ma può non accettare) sulla riforma dei partiti.

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