Cronache

Scoppia la battaglia del grano "immigrato"

Un pacco di pasta su tre è straniero. I produttori: "Sicurezza garantita"

Scoppia la battaglia del grano "immigrato"

È un problema se uno dei vanti del made in Italy alimentare, la pasta, è fatta con grano straniero? Non necessariamente. Ma per Coldiretti, secondo cui un pacco di rigatoni su tre è fondamentalmente immigrato, basterebbe dirlo. Già, perché i consumatori non vengono informati mancando l'obbligo di indicare la provenienza del grano in etichetta.L'Italia secondo Coldiretti importa ogni anno circa 4,8 milioni di tonnellate di frumento tenero, con cui viene fatta circa la metà del pane e dei biscotti che mangiamo, e 2,3 milioni di tonnellate di grano duro, con cui viene prodotto quasi il 40 per cento della pasta. Ciò che, secondo il sindacato, avrebbe contribuito al crollo dei prezzi del 31 per cento, su valori ben al di sotto dei costi di produzione. Il granaio Italia è quindi in pericolo. Così come le 300mila aziende che lo coltivano. E così come 2 milioni di ettari a rischio desertificazione. E se ieri Coldiretti ha guidato una sorta di simbolico arrembaggio dei coltivatori alle navi che nel porto di Bari scaricano mais, soia e grano provenienti da terre lontane, è chiaro che per il futuro la guerra andrà combattuta sul terreno della politica. Specialmente di quella europea.

Che, così alacre quando deve dettarci i millimetri di lunghezza di ortaggi o pesci, se la prende comoda nell'istituire l'obbligo dell'indicazione in etichetta della provenienza del grano. Favorendo così il comportamento speculativo di chi preferisce acquistare grano a buon mercato all'estero protetto dall'omertà di legge. «Molto spesso - dice Coldiretti - viene raccontato che il grano arriva dal Canada, ma non è così. Solo una parte arriva da lì, il resto da altri porti imprecisati: ci sono navi con bandiera di Malta, di Gibilterra, della Turchia e non è facile ricostruire la filiera del prodotto».Tutti d'accordo? Per niente. Furiosa Aidepi, l'associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane, secondo cui quella di Coldiretti è «una battaglia ideologica» che mette in dubbio «in un sol colpo il sistema di controllo europeo e nazionale sulle merci importate, la trasparenza delle aziende pastarie italiane che operano anche da centinaia di anni sul territorio e la qualità della pasta che ogni giorno portiamo sulle tavole di tutto il mondo». Quelle di Coldiretti, secondo gli industriali del forno, sono «affermazioni estremamente gravi sui requisiti alimentari del grano che arrivano senza il supporto di nessuna verifica analitica sulla qualità e sulla sicurezza delle merci.

La sicurezza del grano è garantita dalla normativa Ue, da costanti controlli delle autorità italiane, notoriamente tra le più attente ed efficienti in Europa e da numerosissimi controlli delle aziende pastaie che, da sempre, con la loro esperienza, hanno imparato a selezionare le migliori materie prime, sia italiane che estere, per assicurare alla pasta i più elevati standard qualitativi che rendono questo prodotto il made in Italy per eccellenza».

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