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Scuola, i 100mila esclusi preparano già i ricorsi per bloccare la riforma

Precari sul piede di guerra. Detrazioni per le paritarie e professori di educazione fisica sin dalle elementari. Oggi l'ok della Camera

Scuola, i 100mila esclusi preparano già i ricorsi per bloccare la riforma

Una riforma della scuola Buona ma solo per alcuni. È Buona certamente per i 100.701 precari che verranno assunti a tempo indeterminato subito e per altri 60.000 che entreranno dopo un ulteriore concorso grazie al via libera dato ieri dalla Camera all'articolo 10. Ma decisamente cattiva con altre migliaia di precari che restano fuori dal piano assunzioni, a parità o addirittura con più diritti. E sono più di 100.000. Un esercito già pronto a promuovere ricorsi e ad arrivare anche alla Consulta con il rischio per il governo di creare un nuovo pesantissimo caso di risarcimento come quello subito per le pensioni e già calcolato in circa 6 miliardi.

Oggi la Camera licenzierà la riforma della scuola che poi passerà al vaglio del Senato dopo una maratona dai tempi serrati rallentata non tanto dal confronto tra maggioranza e opposizione ma da uno scontro tutto interno ai democratici tra renziani e minoranza Pd che, insieme a Sel e grillini, accusano il governo di aver demolito la scuola pubblica. Sotto accusa in particolare il sì alla possibilità per le famiglie di usufruire di sgravi fiscali per le rette pagate alle scuole paritarie.

È l'ex ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini di Forza Italia, a sottolineare come con l'esclusione dei 30.000 abilitati dei Tirocini formativi attivi e dei 70.000 dei Percorsi abilitanti speciali «si configura una gravissima ingiustizia perché si escludono i più giovani e i più preparati mentre dentro le Gae ci sono tanti insegnanti che verranno assunti che non hanno abilitazione». E restano fuori anche tutti i precari delle Graduatorie di Istituto.

Matteo Renzi ieri è tornato però a difendere la riforma che, dice, «rimette al centro il merito» ricordando che su alcuni punti critici sono state apportate modifiche. Al contrario di di quanto è stato fatto per l' Italicum , sulla scuola, assicura Renzi, «non posso pretendere di imporre la mia volontà». Sicuramente però ha imposto ai malpancisti della minoranza di digerire le detrazioni fiscali per le paritarie. Una battaglia di principio per la libertà di scelta da parte delle famiglie per l'educazione dei propri figli combattuta, all'interno del governo, dal sottosegretario all'Istruzione, Gabriele Toccafondi. «Finalmente crolla un muro ideologico e lo Stato riconosce che ciò che i genitori spendono per le rette delle paritarie sono soldi spesi per l'istruzione pubblica. - dice Toccafondi -. Questa è una rivoluzione culturale e giuridica». Si tratta infatti soprattutto di una affermazione di principio visto che di fatto le famiglie risparmieranno al massimo 80 euro annui. Su un altro punto però il governo ha ceduto. È stato stralciato infatti l'articolo che permetteva di destinare il 5xmille alle scuole sia per mancanza di copertura sia perché la minoranza Pd temeva ne conseguisse un aumento della disparità tra scuole frequentate da famiglie abbienti e altre situate invece in zone disagiate.

Tra le novità anche la presenza di insegnanti di educazione fisica sin dalla prima elementare; lo School Bonus per chi farà donazioni alle scuole pubbliche o paritarie e l'assegnazione di una card da 500 euro a tutti i docenti per l'aggiornamento.

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